| Carrellata
storica sul Risorgimento italiano
scritto inedito di: Milost Della Grazia |
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| Dopo la caduta dell'Impero napoleonico |
Caduto
l’Impero napoleonico ed iniziata la Restaurazione, il principe Klemens
Wenzel Lothar Metternich- Winneburg ( 1 ), durante il congresso di Vienna
(1845-46), di cui era uno dei protagonisti, definì l’Italia una
pura “espressione geografica”. Implicitamente aveva espresso un principio
a quei tempi poco noto, cioè lo stretto rapporto tra l’individuo
e il suo ambiente. La scienza dell’evoluzione umana ha oggi dimostrato
ampiamente che un ecosistema, con un meccanismo tipo feed-back, esercita
una grande influenza sull’evoluzione di coloro che lo abitano. Quando in
Europa si erano già formati degli stati, come la Francia,
l’Inghilterra e la Spagna, la base di questa penisola era un’ampia
pianura, che le Alpi, valicabili solo in pochi punti, separavano dall’Europa
e chiusa a sud dalla lunga catena appenninica, che spacca in due la penisola.
In questa “espressione geografica”, nel 1845, convivevano diversi stati,
con usanze, dazi, pesi e monete diverse. Il loro patriottismo era
simile a quello degli antichi greci, che amavano la loro “polis”; ai tempi
di Pericle e di Epaminonda non esisteva un popolo greco, ma gli ateniesi,
spartani, tebani e così via. Li univa, una volta all’anno,
i giochi ad Olimpia, come da noi univa le varie popolazioni un antico spirito
religioso, retaggio dell’imperatore Carlo Magno.Una vaga coscienza nazionale
era di pochi eletti, come Dante e Machiavelli, mentre la maggior parte
degli abitanti era dell’opinione che unire l’Italia sarebbe stata
una soluzione disastrosa. L’atteggiamento dei papi era al riguardo negativo,
per essi la cultura era una prerogativa degli ecclesiastici, il cui unico
merito fu quello di custodire e tradurre nei loro monasteri i classici,
trasmettendo a noi intatta l’antica cultura.
La
pianura padana, dopo la caduta dell’impero romano, era diventata un vero
campo di battaglia, i vari invasori, che entravano in Italia seguendo nei
pressi di Gorizia, percorrevano la penisola massacrando e rubando
tutto quello che stava sui loro carri, poi se ne andavano. Altri invasori
si amalgamarono con gli indigeni, come i longobardi,
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