| Posso
parlare ancora di Fascismo?
scritto inedito di: Milost Della Grazia |
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| Il regime fascista |
Il
re si accordò prudentemente con il ministro Facta per la proclamazione
dello stato d’assedio, ma la mattina dopo si rifiutò di firmare
l’ordine. Mussolini, che era ancora a Milano, chiese che il re gli
confermasse l’incarico a formare un nuovo governo con un telegramma che
arrivò nella tarda mattinata nel suo studio di via Paolo da
Cannobbio mentre gli
era vicino il fratello Arnaldo. Si abbracciarono e Mussolini disse: Vorrei che nostro padre ci vedesse, ma il buon fabbro socialista di Predappio era ormai morto da anni. La sera del 29 ottobre Mussolini prese il vagone letto per Roma, si presentò al re, che gli diede la mano, confermandogli l’incarico. Gli sconfitti furono gli altri partiti e la Corona. Il
Daily Telegraph scrisse in prima pagina: Dopo la camicia rossa di Garibaldi
in Italia è comparsa quella nera di Mussolini e fra i due fenomeni
il più notevole e forte è il secondo. Il Daily
Mail disse che Mussolini aveva compiuto una trasformazione che assomigliava
ad un miracolo. Il New York Herald Tribune in prima pagina commentava:
Mussolini è il Giulio Cesare moderno, il Napoleone del 1925.
Si presentò agli italiani animato dalle migliori intenzioni di un ritorno alla legalità ed alla normalità e il 31 ottobre aveva pronto un governo non di soli fascisti, ma di coalizione, con esponenti delle correnti liberali e del Partito Popolare e come rappresentanti dei valori nazionali entrarono nel governo il generale Armando Diaz e l’ammiraglio Thaon de Revel. All’opposizione andarono i comunisti, i repubblicani e i socialisti, ulteriormente scissi in massimalisti del PSI e socialdemocratici del Partito Socialista Unitario di Filippo Turati. In
Italia ben pochi avevano le idee chiare su cosa stesse succedendo,
perché il fascismo in quei momenti non aveva una ideologia
ben precisa, anche il suo capo era pieno di contraddizioni, ma gli italiani
dicevano: Mussolini lavora, lasciamolo lavorare in pace. Dopo un paio di
mesi un decreto reale autorizzava la stampa di francobolli che commemoravano
la marcia su Roma, con la scritta: Anno primo dell’Era Nuova.
Le forze economiche che avevano appoggiato il fascismo, gli agrari e gli industriali, si videro subito ricompensate da una serie di provvedimenti che andavano dall’ abolizione della nominatività dei titoli alla liquidazione del monopolio statale delle assicurazioni sulla vita. La festività del 1° maggio venne sostituita dal 21 aprile, Natale di Roma. Per se Mussolini volle il Gran Consiglio del Fascismo, quel Consiglio che il 25 luglio del 1943 lo licenzierà e la Milizia per la Sicurezza Nazionale, una specie di guardia pretoriana. Verso il Natale del ’22 a Torino vennero uccisi due fascisti, sembra per beghe familiari, con conseguente uccisione di antifascisti, quattordici morti in tutto. Mussolini intervenne con energia, sciolse il Fascio torinese, criticandolo nel Consiglio dei Ministri del 28 dicembre, senza risparmiare le forze di polizia per la loro inettitudine Nei
primi governi di Mussolini vi erano persone di tutto rispetto, che
fecero cose importanti , senza rubare un soldo.
Nel luglio del 1923 il parlamento approvò una nuova legge elettorale che prevedeva un largo premio per quelle liste che avessero conseguito la maggioranza relativa superiore al 25% del totale e con le prime elezioni il partito fascista conseguì più del 60% dei voti, cioè la maggioranza assoluta. Il deputato socialista Giacomo Matteotti espresse chiaramente la sua disapprovazione, criticando il governo, perché in molte località aveva affidato la custodia delle urne alla Milizia. Il 13 giugno 1924 arrivò la notizia che il deputato socialista Matteotti, scomparso da due giorni, era stato rapito con un’ automobile ed ucciso. L’emozione nel paese fu enorme e il governo fu duramente attaccato. Il repubblicano Chiesa giunse ad accusare Mussolini di complicità, ma egli replicò che un Matteotti morto danneggiava il partito molto di più di un Matteotti vivo, per cui solo un individuo in malafede poteva sostenere che egli fosse in qualche modo implicato nell’omicidio. Il 25 giugno una votazione in aula dimostrò che su 252 votanti solo una ventina gli era ostile, ma l’opposizione insisteva nel accusarlo e, non avendo alcuna prova per farlo dimettere, fece la cosa più stupida che potesse fare, abbandonò l’aula della Camera per delegittimarla, ritirandosi eufemisticamente sull’Aventino, uno dei sette colli di Roma sul quale si erano ritirati i seguaci del senatore romano Caio Gracchio, quando il senato respinse la loro legge di riforma agraria.
Mussolini ebbe un momento di smarrimento, ebbe anche paura, ma non
dei suoi accusatori, ma dei fascisti stessi, perché
i consoli della Milizia erano entrati nel suo studio dicendogli:”o
tu fai fuori i nostri nemici o noi facciamo fuori te”. Mussolini reagì
bruscamente, sciolse la Camera, prassi che non era di sua competenza, senza
avvertire il re, che avrebbe dovuto firmare il decreto di scioglimento
e indisse nuove elezioni, ripristinando il collegio uninominale, nettamente
sfavorevole ai socialisti ed al partito popolare.
Vittorio Emanuele III si rese conto che il delitto Matteotti era stato strumentalizzato dall’opposizione per far cadere il governo Mussolini, mentre lui non aveva alcuna voglia di cambiare primo ministro, per cui non diede importanza all’insolita prassi usata da Mussolini per risolvere la situazione e disse che avrebbe firmato solo se la Camera avesse approvato, cosa che fece a larga maggioranza, grazie all’assenza degli oppositori aventinisti, con l’eccezione dei comunisti che erano tornati in aula. Sono
convinto che l’uccisione di Matteotti fu un gravissimo errore, la sua strumentalizzazione
da parte dell’opposizione un secondo errore, il terzo errore, l’Aventino,
fu certamente il peggiore di tutti gli errori che permise a Mussolini
di inaugurare nel gennaio del 1925 la dittatura, sostituendo
il parlamento con la piazza e il colloquio continuo con la folla fu la
sua grande invenzione. Qualcuno definì il suo modo di governare
democrazia popolare.
Le vittime della dittatura, tra antifascisti uccisi, incarcerati, posti a domicilio coatto più i fuoriusciti non superavano i diecimila, cifra accettabile se si pensa agli 85 milioni di vittime russe, costo enorme del comunismo nella sola Russia. Il regime si mise all’opera e il 3 aprile del ’26 istituì l’Opera Nazionale Balilla trasformata poi in Gioventù Italiana del Littorio. Nel ’23 iniziò la battaglia del grano, diminuendo l’importazione di oltre due milioni di quintali di grano, che incideva pesantemente sulla nostra bilancia commerciale. Nel 1924 venne istituita l’INAIL, contro le malattie professionali e contro gli infortuni sul lavoro e nel 1925 tutti i dipendenti degli enti locali, impiegati statali, dipendenti ospedalieri ecc.vennero assistiti dall’Inadel. Nel febbraio ’29 fondò l’ Opera Nazionale Materntà e Infanzia, per la tutela della madre e del bambino e nel 1941 riunì in un unico Ente, l’Inam, l’assistenza medica a tutti gli italiani. Nel febbraio del 1929 Mussolini e il cardinale Pietro Gasparri firmarono il concordato tra lo stato e la chiesa, che il papa Pio XI definì “se non il migliore, almeno fra i migliori” e Mussolini divenne l’uomo della provvidenza, che aveva riportato il crocifisso in tutte le aule. |
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