| Il Pensiero filosofico e religioso
scritto inedito di: Milost Della Grazia |
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| Divinità e origini |
Solo un breve accenno alle divinità. Siva è l’ideatore
del mondo e per realizzare il suo piano ha bisogno di un esecutivo, di
una forza materiale, rappresentata da Sakti, mentre l’organizzazione della
materia è affidata a Visnù. Lo saktismo riporta ad una spiritualità
del mondo mediterraneo e protostorico pelagico e pre-ellenico, come le
dee nere hindù, Kalì e Durga, grande dea o madre universale,
vergine e madre benevola e terribile. Altro nome della dea è Parvati
della Montagna, perché le cime sono considerate i punti per i quali
l’energia terrestre sale al cielo. Parvati si presenta anche come la padrona
degli animali, in tutta la preistoria mediterranea, compresa la Creta minoica.
Il culto di Kumara, il fanciullo dio allevato dalle ninfe, risale a un’epoca
preistorica e i suoi miti sono mischiati inestricabilmente a quelli di
Shiva-Dioniso.
Gli Ari, col passare degli anni, assimilarono praticamente tutte le divinità dravidiche, modificando spesso il loro nome, comunque il dio più importante anche per gli ari rimase Shiva, in una sua statua tipica è raffigurato come il signore della danza, posto all’interno del cerchio di fiamme a significare la continua distruzione e rigenerazione del mondo. Il tamburello nella mano destra segna il ritmo della creazione, il fuoco nella mano sinistra lo distrugge. Il piede destro calpesta il demone dell’ignoranza, il piede sinistro alzato e la mano sinistra abbassata indicano la liberazione. Voglio aggiungere alcune considerazioni sull’India, che nel 2000 contava
più di un miliardo di abitanti. L’enorme crescita della popolazione,
che nel 40 % dei casi ha accettato l’uso dei contraccettivi, è dovuta
alla diminuzione del tasso di mortalità. Grazie al sistema
delle caste, l’India è sopravvisuta nei secoli, anzi è un
paese in netta ripresa e queste caste, questi gruppi umani, con i
loro peculiari elementi etnici, linguistici, religiosi e sociali, rappresentano
le tappe di una evoluzione della specie umana, permettendo ai meno dotati,
di sopravvivere.
Potranno scomparire man mano che la situazione politica e sociale dell’India migliorerà, senza rivoluzioni e massacri, mentre nei paesi cosiddetti socialisti tipo Russia, Cina ed ex comunisti sono stati massacrati centiaia di milioni di cittadini e nei paesi cosiddetti democratici, i negri prima vennero strappati dalle loro case in Africa, poi venduti in America come schiavi e ancora in Africa i pigmei e i maori in Australia, vengono ancora attualmente, decimati. In India i proto-australoidi, cioè i primi abitanti, chiamati Adivasi, sono probabilmente l’unica razza arcaica ancora sopravvissuta e parlano una lingua munda. Dopo questi proto-austaloidi, circa 6000 anni prima di Cristo, la penisola indiana fu occupata da popoli di razza e lingue diverse, tra i quali i più antichi, furono i Dravidi, che avevano pelle scura e capelli lisci, attualmente insediati nel Deccan, regione più meridionale dell’India, i quali, come ho già scritto, furono i fondatori di importanti città preistoriche come Mohenjo-Daro e Harappa e secondo Danielou, seguivano lo sivaismo. Ma l’origine di questo popolo, chiamato Dravida, dal pracrito “ damila “ , cioè Tamil, è oscura e probabilmente sono venuto da un continente situato a sud-ovest dell’India ed ora sommerso dal mare. In sanscrito “pracrito” significa fase di transizione tra la lingua aria e le lingue moderne. E’ possibile che altri rami di questi Dravidi si siano stabiliti in Africa oppure in qualche grande sola nel Mediterraneo come Creta. Infatti il popolo che ha creato la prima civiltà greco-orientale sull’isola di Minosse non era né greco, né semitico né indoeuropeo. Nella lingua greca vi è un gruppo di vocaboli di origine straniera, dovuto alle invasioni di vari popoli, per cui si discute ancora sull’origine di queste parole, se sono origine anatomica, slava oppure pelagica. ( da C. Picard Les religions prehelleniques Parigi 1948 ). ![]() Non sono in grado di dare un giudizio in questa materia e la classificazione riportata in vari testi non corrisponde all’indirizzo di molti studiosi che sono arrivati alla conclusione che il sumerico, il pelasgico, il lidio, il georgiano, il tamil e l’antico cretese appartengono alla stessa famiglia linguistica. D’altronde anche la lingua basca ha una simile struttura con trecentosettanta vocaboli in comune e i canti e le danze basche sono molto simili a quelle degli Iberi del Caucaso. I Pelasgi erano probabilmente una popolazione originaria da regioni situate al di là del mar Nero, che si stabilirono nell’isola di Creta verso la metà del secondo millennio a.C. e che successivamente si espansero nell’Ellesponto, sulle coste meridionali della Grecia e nel sud della penisola italiana e parlavano una lingua non indoeuropea. San Paolo, che nel 59 E.V. fece naufragio a Malta, afferma che in questa isola si parlava una lingua straniera non ariana ( Atti 28: 1-10 ). Dell’ antica lingua eteocretese, parlata nell’isola di Creta dalle popolazioni ivi stanziate prima della penetrazione greca, si sono trovate a Praisos, nella parte orientale dell’isola, delle scritte che finora non si riusciti a decifrare. Probabilmente era una lingua dravidica, simile a quelle ugro-finniche. ( balto-finniche, ungherese, voltaico, uralico, samoideo) e altaiche ( turco,mongolo, esquimese). Anche a Mohenjo Daro hanno trovato 3500 iscrizioni dravidiche che l’Università di Helsinki e i musei del Pakistan stanno cercando di decifrare. |
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