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Computers Nimis un Calvario nei secoli
scritto inedito di: Milost Della Grazia
Da Attila al secondo conflitto mondiale
Quali furono i problemi del Friuli nell’arco di tempo che va da Attila al terremoto del 1976 ? I Celti ed i Romani non crearono problemi particolari, Aquileia era diventata la seconda città dell’impero romano e decadde più per colpa delle zanzare e della malaria che dei barbari, che entravano in Italia attraverso la valle del Vipacco nei pressi di Gorizia. I Goti entrarono e passarono oltre, depredando la popolazione, violentando le donne e uccidendo chi reagiva. Poi arrivò Attila con gli Unni e trovarono Aquileia vuota, perchè gli abitanti si erano rifugiati nell’isola di Grado. La fama che Attila si fece era peggiore della realtà, anche se si comportò come i Goti. Arrivarono i Longobardi, quelli descritti da uno di loro, Paolo Diacono, che crearono un ducato, rimanendo in Friuli per 208 anni, dal 568 al 776, quando iniziò la repressione di Carlo Magno contro la nobiltà longobarda . Da ultimi arrivarono gli Ungari e poi i Turchi. Gli Ungari fecero una decina di incursioni devastatrici e così pure i Turchi di Maometto II, che nel 1499 massacrò mezzo Friuli, non ostante che nel 1420 fosse stato occupato militarmente dalla Repubblica di Venezia, che non alzò un dito per difenderlo. Queste invasioni e scorrerie procurarono carestia e malattie, la popolazione moriva di fame e per le continue epidemie di peste, di vaiolo e di tifo petecchiale, portate dai crociati feriti, che venivano sbarcati ad Aquileia e trasportati in Germania. Nel 1797 l’esercito austriaco e quello francese di Napoleone si scontrarono sul Tagliamento. Napoleone vinse ed arrivò fino a Vienna. Con il Trattato di Campoformido l’Austria e tutte le terre fino all’Adige passarono al Friuli, tornando all’Austria con la Restaurazione. L’Austria sconfitta dai tedeschi a Sadowa dovette cedere all’Italia nel 1866 il Friuli Udinese. Nel 1918 tutto il Friuli tornò al Regno d’Italia insieme alla provincia di Gorizia, Altro grave problema della nostra patria Friuli era la situazione sismica. Dal primo fortissimo terremoto del 1116, anno in cui si iniziò a documentarlo, valutando l’epicentro, l’intensità e la durata, si ebbero almeno dieci terremoti particolarmente forti, con danni rilevanti e vittime umane, fino al terremoto dell’agosto del 1976, che ridusse il Friuli ad un ammasso di macerie. La seconda guerra mondiale, con gli alleati che risalivano il nostro paese distruggendolo con i bombardamenti, creò gravi problemi al Friuli. I generali tedeschi avevano capito che la guerra era ormai perduta, ma l’attentato per eliminare Hitler fallì. La caduta del fascismo con la fuga del Re e di Badoglio portò alla creazione della Repubblica di Salò, con l’occupazione tedesca di ampi territori italiani e con la conseguente guerra civile nel nord dell’Italia. Le truppe tedesche, al comando del maresciallo Kesselring, resistevano sulla Linea Gotica e tutto il materiale, soprattutto munizioni, passava lungo la linea Vienna-Trieste. Nella zona di Tolmezzo si era insediato un comando partigiano con il compito di bloccare il transito di questo materiale verso la Linea Gotica. Alla fine di novembre del 1944 quarantamila soldati tra tedeschi, fascisti di Salò, cosacchi del Don, ustascià croati e francesi di Vichy riuscirono ad eliminare la maggior parte dei partigiani, sia quelli garibaldini che quelli cattolici dell’Osoppo che si stavano preparando ad uno scontro contro i tedeschi. Il problema era ormai diventato politico ed i compagni garibaldini cambiarono strategia, decidendo che era meglio eliminare prima quelli della Osoppo, i quali combattevano al confine con il mondo slavo, dove Tito stava progettando di portare il confine con l’Italia al Tagliamento, con il PCI di Roma perfettamente d’accordo. Tra Tito e Cadorna il PCI aveva scelto Tito. La Osoppo fece l’errore di lasciare alle malghe di Porzus un distaccamento agli ordini di Francesco de Gregori, chiamato il Bolla, decisamente anticomunista. Porzus è nel comune di Attimis, a nord-est di Udine e il Bolla con i suoi uomini della Osoppo era un’isola verde in un mare rosso. I garibaldini operavano agli ordini del IX corpo sloveno e tra essi c’era Mario Toffanin, il quale, comunista fino al midollo, raggiunse con la sua divisione Porzus, massacrando tutti quelli della Osoppo.
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