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Computers Evoluzione del linguaggio e di altri mezzi di comunicazione
scritto inedito di: Milost Della Grazia
linguaggio delle piante???
Sono in una specie di paradiso terrestre, in una piccola baia dell' isola di Rab dell' arcipelago croato, raggiungibile con un motoscafo cabinato, come fanno da anni i soliti habituè tedeschi, oppure con il traghetto e poi a piedi fino alla pensione Kuki, l'unica della baia, nella quale si parla tedesco, si mangia buon pesce con fiumi di birra, si cantano nostalgiche canzoni tedesche e croate, poi tutti a dormire nei motoscafi o nelle camere. Ivana, una dolce ragazza croata che mi fa anche da angelo custode, è una delle figlie del padrone ed è la mente che fa funzionare la pensione nel modo migliore. La nostra stanza ha una gran terrazza sulla baia ed al mattino mi alzo, quando l'alba sta sorgendo, e mi metto a scrivere; non ho ancora le idee chiare sul rapporto dell'uomo con le piante, anche perchè da un rapido sondaggio tra le mie conoscenze, avevo dedotto che il parlare con le piante era considerato sintomo di mezza follia e non volevo confessare la mia appartenenza a questo gruppo di mezzi matti che al mattino girano tra le piante augurando a loro “buona giornata“. Ma poi trovai alcuni articoli sul Corriere della Sera che modificarono la situazione, Alcuni scienziati, Massimo Spampani di Torino, ma soprattutto Wilhem Boland del Max Plank Institute di Jena in Germania, parlavano di un meccanismo comune e non straordinario di difesa e di protezione di vari vegetali come il mais ed i fagioli, che si era sviluppato in molti anni di evoluzione. L'altro fatto era l' arrivo di due amiche di Vera, Denia e Ieda, due sorelle, per un breve weekend con noi in questa baia. Amica di mia moglie è in particolare Denia, con la quale scambio i convenzionali smuk e smak, come stai e tu? Mentre Vera e Denia andarono a nuotare al largo, restai da solo con Ieda che conosceva le mie povere gambe. Mentre Denia e Vera erano al largo, Ieda mi massaggiò per più di um'ora, come un pesce in padella, da una parte e poi dall' altra e dalla testa all'alluce, disteso e supino. Ieda usava oli particolari che fanno parte del suo lavoro di consigliera delle signore che non vogliono invecchiare e che conoscono ed apprezzano la sua serietà professionale. Mentre le sue abili mani impastano le mie antiche articolazioni, le parlai delle piante, di quello che avevo letto del professore di Jena e delle mie idee e perplessita' a questo proposito. Ieda non ebbe dubbi e mi raccontò dei suoi rapporti con le piante. Alle undici e mezza di sera eravamo ancora seduti sulla terazza della pensione a discutere di questi problemi, sull'opportunita' di allargare il discorso ai suoni, ponendoci il quesito se il suono di una tavola di legno è molto diverso da una lastra di pietra e come si fa a quantizzare queste micro onde hertziane, dato che ogni suono è una vibrazione. Se gli scienziati sono riusciti, con sofisticate antenne, a captare per la prima volta dallo spazio quelle onde previste da Einstein, probabili scorie del famoso Big Bang di circa quindici miliardi di anni or sono, penso che si potrebbe tentare di quantizzare queste micro onde hertziane. Noi non comunichiamo solo tra esseri umani, ma anche con gli animali e con le piante e forse con tutti gli oggetti che ci circondano. Ogni oggetto, ogni pianta, ogni essere vivente genera una vibrazione costante che puo' essere collegata ad un numero ed ogni numero, come scrisse Arthur Rimbaud, corrisponde ad un colore e ad una vocale, U è il verde, I il rosso, O il blu, A il nero, E il bianco, con tutte le sfumature intermedie possibili, per cui, tutto quello che ci circonda è una una sinfonia di suoni, di vibrazioni, di colori e di numeri. Ho già agganciato un architetto che mi illumini sul concetto di acusmetria e sul suono degli oggetti, per perfezionare questo lato della comunicazione. Sono discorsi che avrebbero entusiasmato Pitagora e Kant che avevano già parlato di acusmetria e Kant e che scorgevano in ogni pietra e in ogni foglia l'immagine dell' Uno Eterno. Come comunicano le piante? Secondo Boland di Jena e Maffei di Torino molte piante avvertono il pericolo e reagiscono chiedendo un aiuto e avvisano le piante vicine perchè si comportino in modo conforme. Lo stesso Boland ci illustra un caso tipico di un bruco il quale si adagia su una foglia e comincia a mangiarsela tranquillamente. La pianta sente l'odore della saliva del bruco e richiama tutte le vespe che attaccano i bruchi, producendo una sostanza volatile, che ha il profumo simile alla lavanda ed attira le vespe, le quali pungono tutti i bruchi che trovano e iniettano al loro interno qualche uovo che quando si schiuderà ucciderà i bruchi. Sotto le foglie ci sono centinaia di stomi, attraverso i quali il vegetale compie gli scambi gassosi ed è attraverso questi stomi che potrà rispondere alle richieste di aiuto..Lo stesso profumo che attira le vespe serve anche ad avvertire tutte le piante vicine a quella attaccata dal bruco, perchè producano anche loro il profumo anti-bruco. Di queste notizie sulle piante ne ho trovate una infinità, credevo di aver scoperto cose importanti, invece avevo scoperto solo l'acqua calda L' ingegneria genetica è un altra cosa. Penso che l'abbiano inventata in paesi come Israele, per trasformare un deserto in fertili agrumeti. Per i cosiddetti frutti transgenici il nostro Parlamento avrebbe dovuto ratificare, entro il 1991, le norme comunitarie per la loro produzione, cosa che è stata rimandata a data da stabilirsi. Invece l' idea di comunicare con le piante è antichissima. Lo scienziato indiano Sir Chandra Bose afferma che le piante hanno degli apparati sensoriali in un certo senso analoghi al sistema nervoso dei mammiferi, cioè al nostro. Un altro ha scritto che per far crescere bene una pianta è sufficiente parlarle con dolcezza, un sacerdote assicura di aver ottenuto buoni risultati con la preghiera e così via.
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