« Mi sembra di averti già parlato di mia madre, Hieron, era una Mladinic , ed i suoi familiari erano Bani della Bosnia al seguito del Re d’ Ungheria e dell’Imperatore Sigismondo. Per sfuggire all’occupazione turca erano passati al servizio della Serenissima che modificò il suo cognome in Mladineo, trasferì la loro nobiltà all’isola i Brac e diede agli uomini il comando di una galea. Nella zona di Makarska, piccola e bella città dove era nata zia Gemma, si era verificata una infiltrazione di truppe turche per cui Spalato inviò venti galee per rafforzare la zona dove i turchi, venendo da Mostar, avevano superata la catena dei Velebit, tentando di occupare stabilmente tutta la fascia costiera da Makarska in giù.
Questa guerriglia è stata descritta come la “ battaglia della torre di Gradaz,” I turchi con i loro cannoni, sparavano contro le galee veneziane che rispondevano al fuoco, bombardando giorno e notte tutta la zona circostante alla Torre di Gradaz., Dopo tre giorni i turchi furono costretti ripiegare con tutte le loro truppe verso Mostar.
Questo fu il battesimo del fuoco dei nuovi comandanti della flotta veneziana agli ordini del generale spalatino Kornara. Ti farò vedere le foto che ho fatto della zona dove, ancora oggi, si possono veder le tracce della battaglia »
« Raggiunta una certa età, dopo quaranta anni di lavoro e cinque di guerra, detti una strambata alla mia barca e puntai la prua verso est.
Era normale che sentissi il bisogno di avvicinarmi alla terra dei miei avi, la Slovenia di mio padre e la Croazia di mia madre, trasferendomi in una regione che chiamo la “mia patria del Friuli “, della quale conoscevo, a parte Trieste dove sono nato, soltanto Tarvisio, la Val Bruna e la Val Romana con i laghi di Fusine dove, quaranta anni fa, passavo le mie ferie, ospite dell’amico Paride nella sua casa di Rutte, che ha un ampio parco nel quale vive un enorme tiglio centenario diventato monumento nazionale, sotto il quale, nel 1809 si riposò il generale Eugenio de Bauharnais, figlio di Napoleone, durane la campagna d’Italia.
Non conoscevo la Carnia, la zona Gorizia, di Gradisca e di Cormons, famosa per il buon vino. Come prima visita scelsi Cormons.
Quando Vera ed io arrivammo alla sua periferia, stava iniziando la processione storica con costumi d’epoca originali, cavalli maestosi e con un piccolo cannone trainato da un soldato, il quale, alle ore 12, sparò un colpo a salve. Entrai in un bar e chiesi: »
« E’ Francesco Giuseppe che state festeggiando? »
« Nossignore, oggi festeggiamo l’imperatore Massimiliano il quale, molti anni or sono, esonerò Cormons dal pagare le tasse per tre anni, come ringraziamento per il buon vino che gli abitanti d’ allora gli avevano portato a Vienna. Il compleanno di Francesco Giuseppe lo festeggiamo nel mese di maggio e mi diede un foglio giallo con il ritratto dell’imperatore con sotto scritto “ 173 ° compleanno di Franz Joseph “ programma dei festeggiamenti.
« Chiesi ancora, per cortesia, dov’è la piazza Garibaldi ? »
« A Cormons non esistono piazze Garibaldi, se cerca una grande piazza, vada in fondo a questa via e troverà la piazza del Duomo con al centro un’ alta colonna sulla quale troneggia la statua di Federico V, padre di Massimiliano. »
« Avevo capito che per visitare il Friuli mi serviva un libro di storia friulana, per evitare altre brutte figure, ma ragionando bene, arrivai alla conclusione che la storia per capirla è meglio scriverla, aggiornandosi man mano e fu così che iniziai a scrivere questa lunga storia, basandomi su quanto mi aveva raccontato in tanti anni zia Gemma, i miei nipote Ivica e Marko Mladineo di Splalato, su quello che ho trovato nell’ Archivio Storico della Repubblica Veneta e quello che mi avevano raccontato i parroci dell’isola di Brac, che in sagrestia hanno armadi pieni libri storici scritti in glagolitico. »
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