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Computers Alla scoperta del Canada
reportage, di Mariano Berti - Ed. Pro Loco Comunale di Paese (TV)
“Sorry! So parlare poco l’inglese”, si giustifica il turista all’agente che gli chiede il passaporto all’aeroporto di Calgary. “Non si preoccupi, io non parlo per niente l’italiano. Benvenuto in Canada”. A Calgary, capitale dell’Alberta, una regione grande cinque volte l’Italia, vivono 29.000 oriundi italiani. Pochi rispetto a quelli dell’Ontario o del Quebec, ma abbastanza da far sentire la loro presenza e fieri delle proprie origini. Ce ne siamo accorti visitando questa città di un milione di abitanti in occasione dello Stampede, dieci giorni nella prima metà di luglio di manifestazioni nel segno della rievocazione western, con spettacoli folclorici, cerimonie indiane e soprattutto rodei e competizioni che per un europeo sono una vera novità. Ebbene quest’anno la festa è coincisa con la finale della Coppa del Mondo di calcio e la Miles Red è diventata per l’occasione la Miles Azzurra con le bandiere tricolori sventolate tra brindisi, balli e canti e la gente vestita con le maglie dei nostri calciatori. Calgary è una città giovane e pulita, in cui i multirazziali cittadini vedono il denaro delle loro tasse ben riposto: i trasporti urbani sono efficienti e puntuali, costo del ticket 2,25 dollari; 300 chilometri le piste ciclabili; parchi sempre ben curati e muniti di panchine e giochi per i bimbi; un grande lago alimentato dal Bow River disseta la città, ma è circondato da 36 chilometri di piste pedonali e ciclabili; la sicurezza è palpabile; comode strade ovunque. Tutto è grande e nuovo. I grattacieli del downtown sono tutti collegati tra loro con passerelle coperte che travalicano le ampie avenues e streets. Nei mesi invernali la gente dispone così di decine di chilometri interni riscaldati, dove si trova di tutto, dai negozi ai centri fitness, ai giardini con aiuole, panchine, fontane con i pesci e perfino con gli uccellini liberi. Toilettes pubbliche ovunque nella civilissima Calgary e fuori, con tanto di acqua calda, sapone e carta igienica, senza ricorrere agli esercizi pubblici. Dove non c’è l’acqua si trovano le colonnine distributrici di disinfettante. Insomma, un posto dove tanti nostri amministratori potrebbero trarre preziosi spunti. Colpisce la tranquillità della gente che, anche se non ti conosce, ti saluta con un cenno del capo e un sorriso. Individuano subito il turista e capita di vederti regalare da uno sconosciuto un biglietto d’ingresso all’Heritage Park, con buono pranzo. L’autista del bus ti chiede da dove vieni e quando sente la parola Italy, va fuori di sé per la soddisfazione di elencare le qualità della nostra nazione e dei suoi abitanti, alla fine ti saluta con un ciao destando l’ilarità dei passeggeri. Il re della strada non è la car, ma il pedone. Nei viali a quattro corsie a senso unico del centro non si vedono auto parcheggiate in strada. Gli automobilisti rispettano i segnali e la velocità massima di 110 km. all’ora anche dove si potrebbe andare a 300. Le case sono costruite in legno e materiali isolanti leggeri. Colpisce il fatto che pur in un territorio enorme sorgano normalmente su lotti di appena 250 mq., a distanza di circa 1,5 metri una dall’altra, senza recinzioni e della stessa altezza. Però tra un quartiere e l’altro ci starebbe la città di Treviso. La gente dei vari rioni talvolta, nei week end, si riunisce in strada per cenare assieme in modo semplice. Ognuno porta qualcosa e si sta in compagnia in modo informale. Trovi così l’ingegnere, l’avvocato, il poliziotto che conversano amichevolmente con l’operaio e il contadino, perché qui in Canada i titoli non fanno classe, ma c’è un grande rispetto per il ruolo e la dignità di ognuno. La stessa sensazione si prova visitando un cimitero dove non si trovano i mausolei e le tombe di famiglia, ma solo basse lapidi in fila, cementate sul prato verde. Oltre la città si aprono spazi immensi di territorio dove spiccano le farms con minimo 80 ettari di terreno prativo o coltivato. E poi le sconfinate foreste e i parchi naturali tra le Rocky Mountains, attraversate da fiumi pescosi. A colpire per la straordinaria bellezza sono i numerosi laghi dell’Alberta: Lake Luoise e Moreine Lake in particolare, con sullo sfondo l’incanto di stupefacenti ghiacciai. La fauna è regina della foresta, ma occorre stare attenti agli orsi, soprattutto ai grizzly che ogni anno mietono vittime di imprudenti temerari. Le distanze si calcolano in ore e mai in chilometri perché da queste parti le code sono pressoché inesistenti. La Transcanada Hightway taglia la foresta per una larghezza di oltre cento metri come una grande ferita e unisce tutto il Canada da un oceano all’altro. Ma anche all’interno dei quartieri le strade sono larghe ben più delle nostre Feltrina e Postumia. Nonostante l’ampiezza delle arterie i trasporti delle merci viaggiano quasi esclusivamente su strada ferrata con la Canadian Pacific Railway. La gente si sposta in aereo. Qui Ottawa è percepita lontana, ma non è in discussione il senso di appartenenza e l’amor patrio. L’inno nazionale viene suonato frequentemente anche negli spettacoli cosiddetti leggeri e la gente, un miscuglio di razze, scatta subito in piedi partecipando in silenzio o cantando. Lo si è visto in varie occasioni, ma soprattutto durante i rodei dei cow boy allo Stampede, seguiti da spettacoli e fuochi artificiali. Commovente il collegamento in diretta allo stadio su maxi schermo con i soldati impegnati in Afghanistan, tra gli applausi della gente. Ovunque sventola la bandiera nazionale rossa e bianca con la foglia di acero al centro. I canadesi, gente pacifica, si offendono se li chiami americani. Il costo della vita in Canada, per noi italiani è mediamente più alto del 30-40%. I canadesi si lamentano per il prezzo della benzina che costa la metà rispetto a qui, dato che sono ricchi di pozzi petroliferi, oltre che di carbone e di gas. Le distanze da percorrere però sono davvero notevoli e le auto tutte di grossa cilindrata. A due ore da Calgary, annesso a un sito archeologico, si trova il Royal Tyrrell Museum, che espone resti di dinosauri rinvenuti sul posto. Gli scavi continuano tuttora con sorprendenti risultati. Attraverso la Hightway A1 si giunge in Brithis Columbia, a nove ore di fuso orario dall’Europa. Colpiscono le decine di chilometri di foresta bruciata, ma soprattutto la moria di conifere a causa di un insetto chiamato “Pine Beetle”, giunto – si dice – dagli USA. Per sconfiggerlo ci vorrebbe almeno una settimana di temperatura a -40° C, ma l’effetto serra si è fatto sentire anche qui negli ultimi anni alzando la temperatura e ritirando i ghiacciai. In circa 1000 chilometri la strada conduce a Vancouver, che è il doppio di Calgary e ben più vecchia. La città è un enorme cantiere in vista delle Olimpiadi Invernali del 2010. Per costruire si strappa spazio al Pacifico. Su un alto grattacielo in costruzione sventola un’enorme bandiera italiana, omaggio alla Coppa del Mondo. Anche qui il turismo è una voce importante, basta recarsi allo Stanley Park dove si trova l’Acquarium, il Garden Roses, la vista sul ponte simile a quello di S. Franciscoe i totems indiani. Oltre ai numerosi grattacieli balzano subito all’occhio le vele del Centro Congressi. La città vecchia è un po’ sporca, ma la gente, prevalentemente di chiari tratti asiatici, è cordialissima: basta che ti vedano con la piantina in mano che subito si fermano a chiederti se hai bisogno di aiuto. Qualcuno mastica sorprendentemente anche un po’ di italiano e vorrebbe ospitarci in casa sua. L’Italia è famosa ovunque e gli italiani molto stimati. Sono ben lontani i tempi in cui erano considerati meno dei neri. In televisione si raccomanda la nostra dieta. E’ il grande cruccio di questo sterminato paese. L’obesità e il diabete sono una piaga nazionale che il governo canadese vorrebbe estirpare. Ma sarà una dura e lunga battaglia.
23 Luglio 2006

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