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Computers Alla scoperta dell'Antico Egitto
reportage, di Mariano Berti - Ed. Pro Loco Comunale di Paese (TV)
Il viaggio che ci ha condotto nell’Antico Egitto, alle radici della Storia, era iniziato al Cairo per poi visitare i siti archeologici più famosi, quale quello di Giza, con le celebri piramidi, patrimonio dell’umanità. Proseguimento quindi per il sud, nell’antica Nubia, su percorsi blindati, verso località famose per gli straordinari templi – Abu Simbel, Asswan, Com-Ombo, Luxor –, raggiunti con frequenti spostamenti aerei, che sono testimoni di un grado di civiltà ineguagliato se si pensa che si tratta pur sempre di testimonianze risalenti a 4-5000 anni fa. Al di là dell’interessata immagine turistica si poteva però scorgere tanta povertà, soprattutto in alcuni quartieri cittadini, dove la gente vive in promiscuità con gli animali, dove i mercati espongono verdure e altri generi in mezzo alla polvere, dove lo sporco regna sovrano. Soprattutto i bambini dei primi anni scolastici fanno tenerezza, costretti a rincorrere i turisti per offrire qualche souvenir in cambio di un euro o di una biro che servirà a scuola. Un piccolo block-notes regalato ad una ragazzina le dona una gioia incontenibile, e non si tratta di un giocattolo. Assicura la guida che quel piccolo gesto equivale ad un grande contributo per la scuola. Un piccolo gesto qui assume un enorme valore. In questo paese l’Occidente potrebbe comperarsi qualsiasi cosa con pochi “spiccioli”, tale è il grado di indigenza che si nasconde dietro la facciata, anche se l’Egitto punta tutto sul turismo per sollevare la propria economia. Guardando quei bambini da credenti, viene da pensare che il Padreterno un giorno chiederà conto di questa disparità, perché ogni persona ha diritto ad una esistenza dignitosa. In realtà è gran parte dell’Africa e del sud del mondo in questa condizione di miseria, i missionari ben lo sanno. Non saranno perciò le guerre a dare sicurezza al mondo, ma la condivisione equa delle risorse mondiali. Wail, la guida mussulmana, all’interno di una moschea del Cairo ci ha spiegato i passaggi essenziali della religione islamica, che determina la vita civile, anche se spesso si rivela un’imposizione. La maggiore divergenza tra Oriente e Occidente riguarda la considerazione per la vita umana. Spiega ancora la guida - e lo dice con una punta d’incredulità - che quando alcuni anni fa ci fu il famoso attentato all’Al-Bahari Temple, vicino alla Valle dei Re, con 92 turisti uccisi, la maggior parte svizzeri e tedeschi, gli egiziani si meravigliarono di vedere l’ambasciatore svizzero piangere in televisione come un bambino per l’uccisione di 35 connazionali: “In tutta la seconda guerra mondiale – disse – la Svizzera poté contare soltanto 5 morti, mentre in questa circostanza sono immensamente di più”. Probabilmente è il benessere raggiunto che lega alla vita, rispetto a chi la tira con i denti. Davvero distensiva ed interessante la crociera lungo il Nilo, dove si possono ammirare scene di vita da presepio vivente. Colpisce soprattutto la serenità e la cordialità delle persone che, pur vivendo di un’agricoltura arretrata, fanno una vita senza affanni. Molto ci sarebbe da imparare e da meditare per noi occidentali.
ottobre 2008

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