L'ultimo re dei Longobardi
fu Desiderio che cercò di attuare una politica di alleanza con i
Franchi.
Per concretare questo scopo diede come spose le
sue due figlie a Carlomanno e a Carlo, il futuro Carlomagno. Ma
presto Carlo ripudiò la moglie e venne in Italia per combattere
Desiderio che aveva ripreso la politica di aggressione contro il papa Adriano
I. Per la valle di Susa entrò nella pianura, assediò
Pavia e fece prigioniero Desiderio, il cui figlio resistette eroicamente
ma invano a Verona. Ebbe così fine il dominio dei Longobardi
in Italia, e il loro regno passò ai Franchi;
la loro terra dalla pianura fino alle montagne fu da loro chiamata
Longobardia, oggi Lombardia. Carlo nel 774 assumeva il titolo di re dei
Franchi e dei Longobardi.
Nell'Italia settentrionale gli Italiani continuarono ad essere sudditi.
Piuttosto che aver cambiato padrone, in realtà se ne trovarono due
sulle spalle, perchè accanto ai funzionari franchi
rimasero anche quelli longobardi. I Franchi
costruirono un regno robusto, burocratico ed organizzato. Nel Natale dell'800
Papa LeoneIII° incoronò Carlo imperatore del Sacro Romano Impero.
Carlo Magno sostituì il duca longobardo,
ed al suo posto creò il conte dal latino comes,
compagno, inteso come compagno del rè, cioè chi accompagnava
il Re in guerra e nelle funzioni di governo. Il potere politico del
conte si fuse con quello religioso nell'autorità del vescovo, rappresentante
ufficiale del re, presidente nelle assemblee dei principi, e talvolta organizzatore
delle fortificazioni della città e capo dell'amministrazione.
Fu ampliato e maggiormente diffuso
il feudalesimo, un sistema di governo politico-economico. Esso si basava
sulla concessione di terre fatta dal sovrano ad un suddito (e questa operazione
si chiama beneficio ed il suddito diventava feudatario), sulla prestazione
e sulla fedeltà del suddito al sovrano (e ciò si chiama vassallaggio,
dalla parola tedesca gewas che significa servo), e sull'esercizio di prerogative
sovrane concesse al suddito feudatario (e ciò si chiama immunità).
Quindi il vero rapporto politico ed economico era del tutto personale,
tra superiore ed inferiore. Leggi speciali,
che erano chiamate capitolari, reggevano questo sistema; e il sovrano poteva
controllare tutto mediante i suoi diretti controllori che erano chiamati
missi dominici (gli ambasciatori del sovrano padrone). Melegnano,
nei secoli VIII e IX, e incorporato nella contea franca di Milano, con
tutte le conseguenze sociali e non soltanto politiche. Con Ludovico il
Pio, figlio di Carlo Magno, il feudalesimo raggiunge il suo massimo sviluppo, ma
anche la sua iniziale involuzione: la potenza dei feudi ormai era grande,
ed i maggiori feudi erano diventati ereditari e costituivano veri e propri
piccoli staterelli. In Italia il feudo di Milano era tra i maggiori,
ed era un feudo ecclesiastico, come lo erano quelli di Ivrea sul Piemonte
e Liguria, Friuli, Toscana, Spoleto, Ravenna, Farfa, Montecassino, Nonantola
e Cesauria. Essendo Milano un feudo ecclesiastico ne derivava che
l'arcivescovo ed i suoi subalterni erano funzionari pubblici e responsabili
per l'amministrazione: forni, mulini, giustizia, tributi, maritaggio, moneta,
guerra e pace, costruzioni di fortezze. Nell'ingranaggio feudale
vennero, quindi coinvolti anche i membri del clero, vescovi ed abati
di monasteri, e parecchi di loro furono dipendenti vassalli dello stesso
imperatore. Questa condizione di sudditanza dall'imperatore, pur
essendo ecclesiastici, poteva servire anche per afferrare o per meglio
consolidare le maggiori cariche e dignità cittadine, non soltanto
per se stessi ma anche per i familiari e per gli amici. L'arcivescovo di
Milano fu legato all'imperatore anche dopo il dissolvimento carolingio
dell'anno 887, e mantenne una continuità di tradizione riconosciuta
dall'imperatore Ottone I di Sassonia, nuovo sovrano anche dell'Italia. |