Per
molti secoli partendo dal Medioevo, l'osteria era identificata con il
luogo di sosta e cambio di cavalli, lungo tutte le strade romane infatti
vi erano strutturati degli edifici predisposti ad accogliere le vetture
della posta e le carrozze dei viaggiatori. Già nel 1216 si trovano
delle regole per osti e tavernieri in alcune disposizioni normative dette
"consuetudini" anche se per l'area milanese la figura dell'oste, nell'accezione
di albergatore per ospitare gente che viaggia, nasce nel dodicesimo secolo.
Fino a quell'epoca i viaggiatori erano stati soprattutto pellegrini per
i quali era precetto della chiesa dare loro ospitalità negli xenodochia
e hospitia retti appunto da religiosi. I primi osti funzionarono anche
da mediatori, l'osteria infatti era il centro riconosciuto e tutelato per
svolgere affari di qualsiasi genere. Gli osti-albergatori erano obbligati,
nel Settecento , anche a denunciare ai soldati della locale guarnigione
il permanere di forestieri al fine di prevenire azioni di malintenzionati.
Nella redazione di vari registri catastali, fra i quali la descrizione
de’ fondi di seconda stazione del Borgo di Melegnano Pieve di San Giuliano
del 1752 effettuato dall'Ing. Cesare Francesco Carcano sulla direttiva
della Seconda Giunta del Censimento , compare un primo elenco censito delle
osterie e osterie con bettolino melegnanesi del Settecento. Con il
termine di osteria si identificavano quei locali in cui l'esercente era
disponibile a dar da mangiare da bere e dormire, mentre nei bettolini
avveniva la mescita del vino. Nei bettolini gli osti vi confinavano solitamente
i frequentatori meno raccomandabili quali delinquenti impuniti, alcoolizzati,
bravi, vagabondi e contrabbandieri che trovavano in questo luogo una specie
di zona franca, immune da dazi e gabelle. All'epoca del Censimento Generale
nel territorio melegnanese vi erano otto osterie e diversi bettolini di
questi ultimi fu omesso, dall'estensore del documento catastale, l'evidenziazione
particolare di questo specifico uso; ci giustificherebbe il Gerosa Brichetto
che su tale argomento ne stila un lungo elenco , fra i quali: l'Osteria
al segno del Leone appartenente ai Padri Serviti; l'Osteria al segno dell'Agnello
di proprietà del Convento del Carmine, l'Osteria al segno della
Fontana di proprietà del Monastero milanese di Santa Marcellina, l'Osteria
di San Giacomo di proprietà del Capitolo della Collegiata di San
Giovanni Battista , l'Osteria del Gallo di proprietà del canonico
Innocente Farina , l'Osteria della Croce Bianca di Giuseppe Monti, l'Osteria
della Cernia di Giovanni Moroni. Al catasto vi erano , però, registrate
solo otto osterie , cinque nel centro urbano e tre nei sobborghi; nel centro
vi erano : al fondo n.450 l'osteria al segno "del Sole" di proprietà
di Giuseppe De Vecchi, i locali erano situati sotto i portici di fronte
al Castello Mediceo abbinato alla quale vi era un cortile che suppliva
da scuderia ducale ; al fondo n.471 l'osteria al segno "del Pelegrino"
(Osteria del Pellegrino) di proprietà di Radaelli Stellari Elisabetta
in zona San Pietro; al fondo n.476 l'osteria al segno "della Roncola" di
proprietà di Antonio Ceruti ubicata in angolo di fronte alla gendarmeria
fra la strada Romana e la strada che va alla porta di Milano (le attuali
via Cavour angolo con via Marconi); al fondo n.482 il bettolino al segno
di "San Carlo" di proprietà e conduzione di Giuseppe Fiocco; infine
al fondo n.492 l'osteria al segno "delle due Spade" di proprietà
di Dalla Porta Rovida M.sa Cecilia in conduzione al taverniere Carlo Giuseppe
Coldano situato in prospicienza dell'attuale via Oberdan, era il luogo
di recapito della posta e punto di scambio fra corrieri e postiglioni.
Al di fuori del recinto delimitante il borgo centrale melegnanese, fuori
dalle porte, erano ubicati i c.d. sobborghi in cui vi erano ubicate altre
tre osterie fra le quali: al fondo n.524 l'osteria al segno "dei tre Re"
( si intendevano i tre Re Magi ) di proprietà di Cesare Brambilla
lui stesso taverniere e livellario delle MM. di S. Cattarina di Melegnano
(Monache Orsoline del monastero di Santa Caterina di Melegnano) situato
in luogo dell'attuale Trattoria Genio , prima della porta di Milano di
fronte all'abitazione della famiglia Borella Andrea, ove vi era la posa
e rimessaggio del fieno; attiguo a tale fondo vi era, censito al n.536
la proprietà di Granata Gio. Battista ove era consentita la sosta
dei cavalli con giardino (attuale proprietà Morelli); al fondo n.587
l'osteria al segno "della Rosa" di proprietà del Canonicato sotto
il Titolo de' SS.i Carlo e Francesco eretto nella chiesa di S. Giovanni
di Melegnano ubicata in luogo dell'attuale Bar Rosa fra l'allora accesso
detto della Palazia (Via Sangregorio Galli) e il sito della croce (angolo
delle attuali vie G.Dezza con San Martino) ; infine al fondo n.623 l'osteria
al segno "di S.t Giorgio" di proprietà di Francesco e Carlo Corneliani
ove tutti i mercanti in arrivo nel borgo , dal lodigiano, vi depositavano
le loro merci prima di passare il dazio situato sul ponte del fiume Lambro. |