..
Computers melegnano.net Melegnano.net
La Battaglia del Cimitero 8 giugno 1859 (1) le ricostruzioni
il Portone
.pubblicato su Il Melegnanese 01 07 2001 Dr. Vitantonio Palmisano
Il  23 aprile 1859 l’Austria inviò l’ultimatum al Piemonte che, come sappiamo,  non ebbe alcun esito,   fu però questa l’occasione pazientemente attesa da Cavour per provocare l’Austria ad iniziare la guerra.  Scaduto il tempo previsto gli austriaci invasero il Piemonte con l’intenzione di sconfiggere l’esercito Sardo prima dell’arrivo dei Francesi. I Piemontesi si limitarono ad ostacolare l’avanzata del maresciallo Gyulai allagando le risaie della Lomellina e del Vercellese;   i Francesi, attraverso il passaggio del Moncenisio e quello via mare con l’approdo a Genova ebbero modo di raggiungere rapidamente i campi di battaglia.  Il 20 maggio gli Austriaci vennero battuti a Montebello. Mentre Gyulai attese con il grosso delle truppe il passaggio del nemico intorno a Piacenza, Napoleone III lo trasse in inganno passando il Po a Casale e spostando velocemente l’armata francese dalla zona di Alessandria a quella di Novara per puntare poi verso Milano.  Solo dopo la sconfitta di Palestro il comando austriaco  si accorse del tranello e ordinò lo spostamento, ancorchè tardivo, dell’esercito dalla Lomellina a Magenta ove il 4 giugno 1859 avvenne una delle battaglie chiave della seconda Guerra d’Indipendenza italiana.  L’8 giugno 1859 fu il giorno che vide protagonisti Francesi ed Austriaci che si battono per l’insediamento nel borgo di Melegnano. Gli Austriaci volgevano al ritiro lasciando l’VIII Corpo Benedek di retroguardia proprio a Melegnano, mentre l’esercito Franco-Piemontese li incalzava dopo la vittoria di Magenta.  Uno dei capisaldi di resistenza in Melegnano fu  il vecchio cimitero che fu utilizzato nella battaglia dagli austriaci come ridotta,  adattato a fortilizio,  per disturbare l’ingresso nel Borgo dei francesi.  La costruzione era ubicata  a circa 200 metri dal paese, ed era costituita da un ampio campo di forma rettangolare di 40 metri per 50 metri di lato, era recintato da un alto muro di mattoni e coperto al di fuori da nere lapidi sepolcrali. All’interno del recinto furono riportati dei rialzi di terra dietro i muri di cinta  per conseguire agevolmente l’altezza necessaria al tiro di fucile; per lo stesso scopo gli austriaci erano muniti di scale, le quali poggiate sul muro di cinta, servivano loro per guadagnare altezza  e meglio disporsi al combattimento. Nel fondo del cimitero vi era una cappella di mt. 7,5 x 5,0 con intorno un aiuola,  accessibile attraverso un terrapieno rettilineo in rialzo.  L’ingresso avveniva in modo esclusivo da una sola porta,  chiusa da un cancello in ferro battuto che precedeva un portico con delle arcate, il cancello fu puntellato in più parti per resistere nell’eventualità di uno sfondamento;  l’ingresso del cimitero era rivolto direttamente sulla stradella  che portava al molino della Valle,  indi dopo aver traversato la Roggia Spazzola con un ponticello, accedeva alla Strada Visconti che era la sede dello stradale più importante, lo stesso percorso che poco più a nord diventava stradale per Milano,  dal lato opposto della carreggiata (di fronte al Cimitero) vi era la Roggia Visconti, percorsa, durante lo scontro,  dagli Zuavi immersi nell’acqua fino alla cintola per evitare così di essere colpiti, sia dalle palle di cannone che provenivano dall’interno del borgo, che dai proiettili provenienti dal presidio del cimitero.  Infatti risulta che sia il cimitero che il  terreno dietro di esso coltivato a viti, erano fortemente presidiati  dagli austriaci.  Al muro di confine , posto a sud  del recinto, fu praticata una larga breccia da utilizzare quale via di fuga.  Il comando austriaco affidò il presidio del cimitero a dei tiratori scelti, che posizionati lateralmente alla strada inflissero un buon numero di perdite ai francesi prima di abbandonare la postazione.  Il veterano francese De La Fruston afferma che all’interno del recinto cimiteriale, a sua difesa,  fu insediato il 2° battaglione del “ Reggimento Cacciatori Tirolesi”  meglio conosciuti come “Tiroler Jäger” (in lingua tedesca) questi erano parte integrante della “Brigata Von Veranemann”  della 1° divisione Von Berger. Il valore di questi soldati,  reclutati esclusivamente nelle regioni del Tirolo, sud-Tirolo e Vorarlberg, fu evidenziato dal fatto che lo stesso Imperatore concesse loro  l’onore di aggiungere al loro reparto il titolo imperiale:  infatti i cacciatori Tirolesi ora vengono comunemente  ricordati  come “ Tiroler KaiserJäger”   (Cacciatori Tirolesi dell’Imperatore).  I “Tiroler KaiserJäger” portavano un cappello nero a larghe tese le cui ali laterali erano ripiegate sul fusto. Sull’ampia ala sinistra , vi era applicato un corno da caccia in metallo giallo con inserita l’aquila tirolese, al lato portavano un ciuffo di penne nere a completare la foggia del cappello. La divisa era di colore blu-grigio con bottoni in metallo giallo, all’attaccatura superiore della spalla vi era una spallina verde che serviva a trattenere la correggia della carabina. Il colletto, il paramani, le controspalline e le filettature della divisa erano di colore verde.  Due cordoni di lana verde con ghiande appese al lato sinistro del petto qualificavano la bravura nel tiro del soldato.  Nel resoconto dell’ing.Frassi, al termine del combattimento nel cimitero di Melegnano,  fu il seguente : “ ... nel cimitero furono sepolti circa 800 cadaveri delle due nazioni in fosse comuni. L’ufficialità francese fu tenuta separata come si rileva dalle due croci di marmo e dalla lapide…” I nomi degli ufficiali caduti in questo luogo furono: Descubes,  Combes,  Corbuccia, Bonnel, Andrè  inumati al lato sinistro del cimitero (lato verso tramontana) tutti sotto un'unica lapide di marmo nero, mentre nella parte destra vennero sepolti Norbert e Valter (lato di mezzogiorno) sotto due distinte croci in marmo chiaro.
consultazioni Angelo Valvassori Peroni,  “Melegnano traverso i secoli” , Tip.  L. Marchi, Milano 1900
Riccardo Bergomi,  “Melegnano 8 giugno 1859 – 8 giugno 1909” , Tipografia Luigi Calvi, Milano 1909
AA.VV.  “Il taccuino melegnanese per l’anno 1896”,  pagg. 54-57, La battaglia di Melegnano del 1859,  Tipografia Codeleoncini Melegnano 1896
AA.VV. “Il Secolo – quotidiano – Le battaglie del 59 “,  pag.1,  martedì 8 giugno 1909
Frassi  ing. Giacomo,  “La battaglia di Melegnano del 8 giugno 1859”,  Raccolta biblioteca di lettura popolare n.1,  Tipografia Editrice G.Dedè,  Melegnano 1884
Enrico Tettamanti,  “Profilo generale della Campagna del 1859 – terza fase 4 – 24 giugno 1859”  da Gazzettino Lombardo-Veneto
inizio pagina

Visitatori dal 22 aprile 2004
AdCComputers
tel. 02 9837517
Melegnano Via Castellini, 27
webmaster@melegnano.net