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La Battaglia del Portone 8 giugno 1859 le ricostruzioni
il Cimitero
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Un’altra colonna staccatasi dal corpo di Baraguey si porta davanti al Portone (portone di San Rocco), fu proprio in questa area dove si   consumò il leggendario eroismo del  1° reggimento Zuavi  e del suo comandante colonnello Paulze d’Ivoy che cadde colpito alla testa mortalmente. La caduta del loro comandante segnò il momento, in cui gli Zuavi, esasperati dall’ira si precipitarono sulla barricata e la superarono non dando possibilità di scampo a quanti capitavano nelle loro mani. Accanto al colonnello d’Ivoy cadde anche il capo-tromba  e in seguito alle gravi ferite riportate cadde anche il comandante Rousseau. I nostri cronisti citano anche particolari sul valore degli ufficiali degli altri quattro reggimenti di linea che presero parte alla presa del borgo: il colonnello Bodras e il luogotenente Rey  giunsero sulla piazza della chiesa maggiore non prima di aver conquistato spazio casa per casa. Dal memoriale del Frassi deduciamo lo svolgimento della battaglia in modo insolito:  “..il rombo del cannone durò circa una mezz’ora, seguì un breve silenzio, poi un grido di voci indescrivibile, e subito dopo un nutritissimo fuoco di moschetteria, e, cessato questo poco a poco, seguì un breve silenzio, poi alcuni altri colpi di cannone rari e assai più lontani, ed in poco più di un paio d’ore tutto era rientrato nel silenzio..” Gli assalti alla baionetta avvennero quasi contemporaneamente, e ciò si desume dalla combinazione di due circostanze: la prima riguarda le truppe austriache che respinte dallo stradale di Milano fuggirono per la strada di Lodi passando sul lato sinistro del Lambro, mentre gli altri soldati che cedettero alla furia degli Zuavi al Portone non ebbero più libero scampo per il ponte  che attraversava il fiume nel centro del borgo, ma dovettero diversamente fuggire attraverso le campagne di Cerro mantenendosi sulla destra del Lambro. La durata del combattimento fu breve, ma relativamente grande fu la strage subita da entrambe le parti. Il giorno dopo, il nostro testimone unitamente al cugino ed a un amico, aggirandosi tra i morti e i feriti ammassati in gran parte sotto il porticato del castello, raccoglierà anche delle preziose testimonianze circa il fatto che lo stesso generale austriaco Roden  sia stato ferito mortalmente e che spirò nel tragitto tra Melegnano e Lodi. Il bollettino conclusivo della giornata, emanato dal responsabile francese fu il seguente: “…abbiamo fatto da otto a novecento prigionieri e preso un cannone. Le nostre perdite ammontano a 943 uomini tra morti e feriti. Molti sono gli ufficiali colpiti: il gen.Bazaine e gen. Goze sono contusi, il col. Poulze d’Ivoy e il comandante Rosseau deceduti unitamente a altri 11 ufficiali, mentre 56 sono gli ufficiali feriti…”
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