Voler scrivere sul servizio
postale di Melegnano, vuol dire parlare di storia, perché, anche
su un modestissimo argomento qual'è quello inerente al suo servizio
postale, l’insigne città di Melegnano ha molte cose da narrare.
Gian Galeazzo Visconti istituì,
tra il 1387 e il 1402, un servizio di corrieri postali a cavallo per uso
dello Stato. Come si sa. Melegnano fu, durante la Signoria Viscontea prima
e Sforzesca poi, dimora ducale, e di quei tempi si conosce una cospicua
corrispondenza intercorsa tra il castellano, pro tempore, e la Corte.
Questa corrispondenza era però
solo a carattere ufficiale, legata agli interessi della Signoria, mentre
quella privata non aveva alcuna possibilità di essere inoltrata,
se non servendosi della compiacenza di qualche viaggiatore. La necessità
quindi di un servizio postale, ad uso privato, non sfuggì ad alcuni
intraprendenti bergamaschi. Infatti questi organizzarono una compagnia
di corrieri postali a cavallo, che univa le più grandi città
dell’alta Italia. Ad essi si affiancarono poi altre iniziative, sviluppandosi
così tutta una rete di stazioni postali. Questa organizzazione
capillare, formata dall’iniziativa privata dietro autorizzazione e consenso
delle autorità governative, crebbe con il crescere della necessità
di contatti epistolari, frequenti e sicuri, legati al continuo ed inarrestabile
crescere del progresso.
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IMMAGINE |
I
MASTRI Dl POSTA
Il primo documento, storicamente
certo, riguardante Il servizio postale di Melegnano, è una patente
(qui
a destra) concessa il 10 Marzo 1545 dal
governatore spagnolo di Milano Alfonso d’Avalos d’Aquino, marchese del
Vasto, ad Alessandro Banfi, affinché questi potesse impiantare una
stazione postale in Melegnano. |
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I Banfi,
d’origine melegnanese, furono Mastri di Posta in Melegnano sino al 1724,
anno in cui cedettero l’azienda. Di loro conosciamo un episodio, legato
alla lotta per la supremazia del servizio, accaduto nel 1603.
La potente famiglia dei Tasso.che
monopolizzava da secoli l’incarico di “Corrieri Magistrali dello Stato”
mosse causa contro Giovan Antonio Banfi, perché non gli fosse rinnovato
l’incarico di Mastro di Posta a Melegnano. I Tasso ebbero a lamentarsi
con il governatore, perché il magistrato ordinario aveva riconfermato
nell’incarico I Banfi, nonostante I Tasso si fossero impegnati a pagare
all’erario un fitto maggiore di quello che I Banfi pagavano.
Malgrado ciô I Tasso non
riuscirono nel loro intento, e i Banfi restarono titolari della stazione
melegnanese, spuntandola, nella controversia, contro i potenti concorrenti.
Nel 1724 Ia stazione risulta intestata a Giovanni Tensale, la cui famiglia
ne gesti il servizio sino al 1839, quando Ia cedette a Santo Mola di Lodi.
I Mastri di Posta stipulavano,
con l’amministrazione statale, dei contratti pluriennali, in genere di
sei o più anni. Conosciamo un contratto, stipulato nel 1752 (qui
a destra) da
Gaspare Tensale, detto il Caporalino, nel quale è scritto che, oltre
al pagamento di una tassa annua di L. 380, il contraente si impegnava a
servire gratuitamente quattro staffette ordinarie settimanali per Vienna,
e si assumeva l'obbligo di tenere nelle stalle otto cavalli da tiro, e
due da sella per il servizio veloce. Il contratto successivo del 1789 aumentava
la tassa erariale a L. 832 e quello del 1835, intestato a Giacomo Tensale,
oltre a portare la stessa tassa a L. 1.430, aumentava anche il parco-cavalli,
ampliandolo fino a un numero di venti da tiro e quattro da sella, per garantire
almeno un viaggio giornaliero, di andata e ritorno, Milano-Modena.
Morto Giacomo Tensale nel 1839,
suo fratello Ottavio cedette l’azienda a Santo Mola, mastro di posta di
Milano. I Mola ebbero per prima Ia stazione di Zorlesco, poi anche
quella di Lodi In seguito, durante la campagna militare del 1745/48, gestirono
la posta militare, e Maria Teresa, Imperatrice d’Austria, come attestato
di benemerenza per il lodevole servizio svolto, Ii nominò Corrieri
Maggiori dell’Ufficio postale di Milano Per i successivi servizi resi durante
Ia campagna militare del 1795/96 contro i Francesi, i MoIa divennero praticamente
i maggiori Mastri di Posta della Lombardia, esercendo le stazioni lungo
il tratto Milano-Piacenza-Modena e Milano-Pavia-Genova, oltre ad essere
Corrieri imperiali della città di Milano. I Mola, acquistata la
stazione di Melegnano, dovettero rinnovare e ammodernare tutta l’attrezzatura. |
La
costruzione della ferrovia Ferdinandea, che collegava Milano al Veneto,
fece cadere il volume dei traffici delle diligenze, perché il servizio
postale venne affidato al nuovo mezzo meccanico, più veloce e maggiormente
economico. Ciò fece cadere gradatamente l’importanza delle stazioni
postali e della diligenza Mallepost. L’incalzare delle nuove esigenze
venne sintetizzato da Santo Mola in una lettera del 1854 all’amministrazione
delle Poste, in cui si può leggere: “… e per ultimo é
forza ripetere che le ferrovie, i telegrafi, i piroscafi, le imprese private,
hanno portato, come si è reiteratamente replicato, un tale colpo
alle stazioni di Posta ed a chi le esercita, che deve di necessità
rinunciare all’amministrazione postale”.
La costruzione infine della
ferrovia Milano-Piacenza dette il colpo di grazia alla stazione melegnanese,
che sopravvisse ancora alcuni anni, grazie ai pochi nostalgici delle carrozze,
mentre ormai il servizio d’inoltro dei sacchi postali era da tempo affidato
alle strade ferrate. |