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Carlo Antonio Grancino
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Carlo Antonio Grancino fu preposto dal settembre 1705 all’aprile 1726 e morì piuttosto giovane all’età di 56 anni, nativo di Melegnano figlio di Giacomo. Era prima sacerdote teologo a Rosate. Si segnalò per il maggior sviluppo e solennità delle cerimonie. Ottenne il privilegio della cappa paonazza per il preposto e l’almuzia per i canonici. Il preposto Grancino, essendo melegnanese e molto attivo, sentì maggiormente alcuni problemi anche di natura civica amministrativa. Oltre a consigliare alcuni a dedicarsi al servizio sociale istituì l’uso di celebrare una messa il 31 dicembre di ogni anno per ottenere buoni amministratori in Municipio. Curò anche alcune feste rendendole più solenni, ed in particolare due feste, quelle di santa Eurosia compratona della parrocchia, una festa celebrata con affollata partecipazione di popolo, e specialmente la festa patronale della Decollazione di san Giovanni Battista. Per fare un esempio, il 30 agosto 1708 che era il giorno dopo la Decollazione, un lunedì, oltre all’Ufficio solenne a spese dell’Amministrazione comunale, vi si celebrarono trentadue messe all’interno della chiesa di San Giovanni, da quei sacerdoti che erano presenti il giorno prima a condecorare la solennità della Decollazione. Tuttavia, quando volle introdurre alcune novità in fatto di liturgia, ebbe l’opposizione di alcuni suoi coadiutori e canonici, i quali inviarono anche una lettera alla Curia di Milano perché intervenisse; e la lettera doveva essere alquanto forte se la risposta della Curia fu questa: “Con le vostre parole è colpita la carità fraterna, trionfa il demonio, e l’unità della Chiesa si rompe a poco a poco. Questi sono i semi dai quali germina la pessima pianta della discordia; e per questo motivo noi vogliamo togliere le radici che sono appena nate...”. Ma venne la pace fra i sacerdoti e il loro prevosto; e come frutto della pace l’arcivescovo concesse al prevosto di poter portare la cappa paonazza nelle grandi cerimonie, e ai canonici di poter portare l’almuzia, cioè la corta cappa di pelliccia con ampio cappuccio così come era portata anche dai canonici delle cattedrali.
Consacrazione di un altare
Una grande festa fu la giornata dell’11 luglio 1709, quando venne a Melegnano il vescovo Ortensio Visconti di Lodi per la consacrazione dell’altare della cappella che oggi è consacrata al Sacro Cuore, ma che allora era dedicata ai santi Cosma e Damiano. Per quell’occasione fu fissata una lapide posta nella parete dell’altare sotto una finestra con questa scritta:
D.O.M.
Avant hanc
Ill.mus et Rev.mus D.D. Ortensius Vicecomes Episcopus Laudensis
Ad Dei et SS. MM. Cosmae et Damiani Cultum
Die 11 Julii anni 1709 Consecravit
Reliquiis quae SS. MM. Victoriae et Reparatae Decoravit
Annuente perill.mi M.R.D. Carolo Antonio Grancino
Paep. Meleniani Vic. For. Pref.to Fabbricae et supplicibus Scolae Sodalibus
Le Sante Missioni
Nel 1712 si tennero le sante Missioni predicate dal padre cappuccino Giuseppe Maria da Chiuso. Le predicazioni del frate, le sue esortazioni con toni ispirati, la sua voce possente e soprattutto gli argomenti tratti dalla Bibbia, fecero presa sulla folla che accorreva assai numerosa. La santa Missione terminò con una possente processione pubblica alla quale parteciparono migliaia di persone.
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