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La rivincita
vista con gli occhi di: Milost Della Grazia
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Diecimila turchi erano schierati sulle alture intorno a Gradac,  da Sveti Mihovil   (San Michele)  a  kula Cista  (torre di Cista),  fino alla valle di  Lapsan, dove l’armata turca  s‘era accampata. 
A kula Gradac ( torre di Gradac) i turchi avevano in postazione quattro cannoni che potevano colpire le galee veneziane davanti a Gradac. Questa volta era il generale Cornaro a guidare la difesa ed aveva chiesto al Senato veneziano un adeguato rifornimento di munizioni per i cannoni delle galee schierate davanti Gradac, al comando di Juraj Mladineo. 
Il 15 luglio 1668 i turchi aprirono il fuoco con i quattro cannoni. Le forze croato-veneziane a terra erano molto inferiori a quelle turche, ma il cannoneggiamento da parte delle galee fu talmente intenso e preciso, che dopo due giorni i cannoni turchi erano fuori uso e le truppe a terra croate e veneziane poterono aggredire le retroguardie turche che stavano ripiegando verso la Bosnia.
 I turchi, sconfitti e respinti a Sebenico, a Klis  sopra Spalato, a Makarska ed  a Gradac rinunciarono ad ogni ulteriore tentativo di occupare la Dalmazia ed il comandante Juraj Mladineo partì con la sua galera verso i Dardanelli per unirsi alla flotta veneziana. 
La guerra di  Candia, iniziata nel  1645,  dopo 25 anni non era ancora arrivata ad una conclusione e
stava   lentamente dissanguando le finanze della Serenissima. I turchi, dopo aver occupato quasi tutta l’isola, stavano assediando da anni la capitale Candia. I veneziani avevano capito che l’unica strategia possibile era quella di bloccare ai Dardanelli i rifornimenti che arrivavano da Istanbul e,
non ostante la morte del loro comandante Lorenzo Marcello,  riuscirono due volte a sconfiggere la flotta turca, nei pressi dei Dardanelli,  nel 1655 e nel 1656,  e queste  sconfitte furono ancora più dure di  quella  subita a Lepanto. L’anno successivo però,  durate un combattimento durato tre giorni (1657),  il capitano Lazzaro Mocenigo  morì colpito alla testa da un pezzo dell’albero maestro schiantato da una cannonata e fu sostanzialmente una sconfitta. Nel 1669,  nella piazzaforte di Candia,  restavano solo 3600 uomini validi e  Francesco Morosini fu costretto a negoziare la resa, consegnando Creta ai turchi. Non è possibile stabilire in quale fase di questa guerra sia morto Juraj Mladineo, forse in mare,  in una battaglia navale oppure combattendo a Candia. 
Ma chi erano i combattenti cristiani ?  Nonostante la grandezza della cattolica Spagna, della Francia e del Sacro Romano Impero, senza l’apporto della piccola repubblica veneta i cristiani non avrebbero mai vinto a Lepanto, soprattutto per l’esperienza e per il valore dei comandanti veneziani e la storia delle battaglie è costellata dai loro nomi, Marcantonio Bragadin, Lazzaro Mocenigo, Vettor Pisani, Francesco Morosini, Pietro Mocenigo ed Alvise Leonardo Mocenigo, il quale, gravemente ferito, si fece portato a braccia dai suoi uomini,  guidando  di persona una sortita da Candia assediata.  Anche i turchi vollero una tregua durante le sue esequie,  per onorare un grande avversario. Ebbero tutti il privilegio di essere dei comandanti, ma anche quello di essere scorticati vivi, come Marcantonio Bragadin, 
I gregari erano i dalmati croati, i morlacchi  dai grandi baffi spioventi e dal berrettino rosso frangiato di nero, spartani di fronte alla sofferenza ed audaci fino alla temerarietà, gli epiroti,    gli albanesi ed i “bocchesi” di Cattaro, che costituivano la parte più scelta delle truppe veneziane
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