| Il Pensiero filosofico e religioso
scritto inedito di: Milost Della Grazia |
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| Sant'Ambrogio e Sant'Agostino |
Sant’Ambrogio era nato nel 334 a Treviri (Trier attuale), antica
città sulla Mosella della Renania-Palatinato, con importanti rovine
dell’impero romano. Apparteneva ad una famiglia di funzionari imperiali
ed era un funzionario laico anche lui. Nel 370, con la qualifica
di Prefetto, fu nominato governatore della Liguria ed Emilia, con sede
a Milano. In questa città, alla morte del vescovo ariano Ausenzio,
scoppiarono aspri conflitti tra fedeli ariani e cattolici. Ambrogio,
inviato dall’imperatore, seppe gestire il problema con competenza, fermezza
e giustizia, guadagnandosi la fiducia del popolo milanese, il quale alla
fine, lo acclamò vescovo, pur essendo solo un funzionario laico.
L’imperatore Valentiniano I, molto soddisfatto del risultato ottenuto da Ambrogio, approvò l’iniziativa popolare e nel giro di una settimana, il 7 dicembre del 374 il funzionario laico fu battezzato, ricevette gli altri sacramenti, gli ordini episcopali e il capello di vescovo, dimostrando in breve tempo le sue altissime capacità organizzative nel riformare le funzioni del clero e della vita religiosa. Passò la sua vita combattendo contro la persistenza del paganesimo e contro tutte le eresie, specie l’arianesimo. Quando gli chiesero che almeno una chiesa della Diocesi venisse dedicata al culto ariano, bloccò decisamente l’iniziativa. La sua fama si diffuse in tutto l’impero, arrivando fino a Roma, ma Ambrogio rimase sempre fedele al papato e con le sue opere teologiche e morali ( De spiritu Sancto, De officiis ministroum ) peparò la strada a Sant’Agostino, da lui battezzato nel 387. Dieci anni dopo, nel 397 Sant’Ambrogio moriva a Milano a sessantatre anni. Se Milano è oggi la locomotiva e il cuore della nazione, lo devono all’austriaca imperatrice Maria Teresa d’Asburgo ed al vescovo germanico Sant’Ambrogio. Il 7 dicembre il sindaco consegna l’ “Ambrogino d’oro“ ai milanesi che con il loro lavoro nel corso dell’anno hanno dato più lustro alla città ed alla sera la Scala inaugura la stagione musicale. Sant’Agostino, di padre pagano e di madre cristiana, nacque nel 354
a Tagaste, antica città della Numidia in Algeria. Indubbiamente
è stato la mente più grande che il cristianesimo abbia mai
avuto. Una delle sue opere più importanti sono le “Confessioni”
che scrisse tra il 397 e il 400, quando diventò vescovo
di Ippona. E’ la lunga storia della sua vita fino a quando abbracciò
la fede cristiana. Da giovane aveva avuto una vita movimentata che poi
descrisse nelle sue Confessioni: “ tutto si agitava intorno a me, una miriade
di amori senza legge, era dolce per me amare ed essere amato “. Dapprima
venne attratto dal manicheismo, la dottrina del persiano Mani che criticava
sia l’Antico che il Nuovo Testamento. Per volere della madre, si era fidanzato,
ma poi decise di rimanere celibe per dedicarsi all’insegnamento religioso,
prima a Roma nel 383, poi a Milano dove abbracciò la fede cristiana
e fu battezzato da Sant’Ambrogio. Ritornato in Africa, nel 395 fu nominato
vescovo di Ippona, città dove morì nel 430, mentre i Vandali
stavano assediando la città. Grande influenza sul suo pensiero
l’ebbe la filosofia di Platone. Secondo Agostino bisogna cercare di
sottrarsi alle numerose sensazioni che derivano dal contatto
con le cose materiali, se si vuole arrivare ad una conoscenza universale
di quelle verità eterne ed immutabili che, con l’aiuto di
Dio, vanno cercate nel più profondo della nostra anima.
Le sue “Confessioni” sono un’opera in diciotto volumi e la parte migliore, puramente filosofica, è l’XI volume, che si occupa del problema della Genesi. Secondo Agostino il primo punto da definire è la creazione dal “nulla”, descritta da Mose nel Vecchio Testamento, una idea del tutto estranea alla filosofia greca e infatti Platone, quando parla di creazione, immagina che già esiste una materia primitiva eterna, a cui Dio dà soltanto la forma. Contro questo punto di vista Agostino sostiene che il mondo non fu creato da una materia qualsiasi, ma dal nulla. Dio creò anche questa materia, non soltanto l’ordine e la disposizione delle cose. Agostino poi si chiede perché il mondo non fu creato prima e arriva alla conclusione che non c’era nessun “prima” perchè il tempo fu creato insieme al mondo. Che cosa è allora il tempo? Si chiede Agostino: se nessuno me lo chiede, lo so, se cerco di spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so. Nella sua mente occupa un posto importante anche il problema morale e Agostino ritiene che il male non sta nelle cose materiali ed effimere, quanto nell’azione degradante che l’uomo mette in atto quando, desiderandole, fa prevalere la sua natura materiale su quella spirituale. Secondo lui qualunque azione umana è inutile per conseguire la salvezza dell’anima se manca la grazia dalla parte di Dio. Come filosofo Agostino merita di occupare un posto di primo piano. Man mano che gli anni passavano sapeva sviluppare una concezione cristiana sempre più completa della storia. Morì a Ippona nell’anno 430, mentre i Vandali stavano assediando la città. Quando Moana Pozzi morì, trovarono accanto al suo letto, le confessioni di Sant’Agostino. Ricordo il giorno dell’ esame di filosofia per la mia maturità classica. Il professor Bendiscioli aveva la capacità di rendere affascinane la storia della filosofia e scelse queste Confessioni per interrogarmi. Avevo letto tutte le pagine più importanti dell’ XI volume e il mio esame diventò una piacevole conversazione con il professore. |
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