| Il Pensiero filosofico e religioso
scritto inedito di: Milost Della Grazia |
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| Spinosa, Leibniz e Locke |
Baruch de Spinosa, filosofo olandese, nacque ad Amsterdam nel
1632 da una famiglia ebrea portoghese rifugiatasi in Olanda per sfuggire
alle persecuzioni religiose. Nel 1659 venne espulso dalla comunità
ebraica per le sue critiche all’ Antico Testamento e visse presso
Leida, lavorando come tornitore di lenti. Morì all’Aia nel 1677,
a quarantacinque anni, per una tubercolosi polmonare. Ha pubblicato
numerose opere filosofiche , dimostrando di essere il terzo dei grandi
pensatori del seicento. A casa dei suoi scritti fu condannato sia dalla
Chiesa cattolica, che dalla calvinista. Anche Spinosa, come Cartesio, sentì
il fascino del metodo geometrico di Euclide, tanto da ordinare
la materia della sua opera maggiore secondo lo schema degli “Elementi”,
e cioè per definizioni, proposizioni, dimostrazioni e corollari.
Non è la conoscenza di una singola cosa che costituisce la
scienza, bensì la conoscenza che coglie l’ordine
necessario che domina tutte le cose e le spiega. Ci sono delle
cose fisse ed eterne delle quali le singole cose mutevoli
sono dipendenti, che senza di esse non potrebbero né esistere
né venir concepite. Io sostengo riguardo a Dio e alla natura
un’opinione ben diversa da quella del cristianesimo attuale
e affermo che Dio è la causa immanente, non la causa esteriore delle
cose, vale a dire, io affermo con Paolo che tutte le cose vivono
e si muovono con Dio. Dal punto di vista della realtà totale,
non esiste né il bene né il male, ognuno di noi tende a conservare
il proprio essere e a conseguire il proprio utile. Se Nerone uccide la
propria madre, egli esplica la sua natura, come fa la tigre, perché
nessuno può essere diverso da quello che è. Tuttavia
possiamo prospettarci un ideale di vita in cui la passione conoscitiva
ci porta a comprendere la sostanza e all’amore di Dio. Spinosa, in conclusione,
intende aprire la strada ad un’ etica e ad una religione di tipo laico.
Goffredo Guglielmo Leibniz nacque a Lipsia nel 1646, due anni prima che finisse la guerra dei Trent’annni. Suo padre era professore di filosofia. Studiò legge e si laureò ad Altdorf, entrando al servizio dell’arcivescovo di Magonza. Nel 1675, dopo un soggiorno di qualche anno a Parigi, pubblicò un articolo affermando di aver inventato il calcolo infinitesimale, senza prendere in considerazione un lavoro di Newton, il quale descriveva questo calcolo, senza però averlo reso pubblico. Ne derivò una lunga e infelice disputa per la priorità della scoperta, disputa che getto discredito su entrambi i filosofi. I suoi rapporti con la casa di Hannover, dai quali era stato assunto come bibliotecario e storico, erano iniziati nel 1673 e durarono per tutta la sua vita, poi Giorgio I diventò re d’Inghilterra e Leibniz venne messo da parte, perché il suo litigio con Newton gli aveva reso ostile l’Inghilterra. Morì in disgrazia nel 1009. Come uomo era tirchio e meschino e si racconta che quando qualche gentildonna, che lo ospitava regolarmente nei suoi salotti, si stavano sposando, come regalo di nozze, le inviava un bel cartoncino con una delle sue “massime”, per esempio, così concepite: “ le faccio i miei migliori auguri, cara signora, ma ora che ha trovato un marito, è opportuno che si lavi un po’ più spesso“. Non mi è nota la reazione della signora. Comunque, a parte la sua meschinità e tirchieria, fu uno dei più alti intelletti di tutti tempi e con lui il pensiero tedesco, abbandonata dopo la Riforma la teologia medioevale, arriva ad una sintesi della tradizione religiosa che includeva una visione razionale della realtà. Secondo lui il Dio del Vecchio Testamento era un Dio della potenza, mentre il Dio del Nuovo Testamento è anche un Dio d’amore e Leibniz, la cui abilità logica era insuperabile, portò delle prove metafisiche della esistenza di Dio, già discusse da Platone e Aristotele, respinte da san Tommaso e riprese da Cartesio. Esse sono: 1) l’argomento ontologico
2) l’argomento cosmologico 3) l’argomento delle eterne verità 4) l’argomento dell’armonia prestabilita, che può essere generalizzato nell’argomento chiamato da Kant “ del disegno “. A questo punto mi fermo, la materia esula dal progetto iniziale di un semplice profilo della storia del pensiero filosofico. Chi vuole approfondire l’argomento può, come inizio, scrivere una lettera al noto teologo monsignor Gianfranco Ravasi, il Sole 24 Ore, chiedendogli un giudizio sulla teologia di Leibniz, oppure può cercare in qualche biblioteca oppure in una libreria il volume di G. Petri “il cristianesimo universale di Leibniz Bocca Milano 1953” Concludo l’argomento “Leibniz”, riportando un giudizio del moderno filosofo Bertrand Russell: è il migliore esempio di un filosofo, che usò la logica come chiave per la metafisca. Locke John ( 1632- 1704 ) filosofo inglese ebbe una vita travagliata per motivi politici, infatti fu condannato all’esilio e dovette fuggire dall’Inghilterra. Il suo libro “Saggio sull’intelletto umano”, scritto nel 1690, è diretto contro il neoplatonismo dominante all’università di Cambridge. Nei due “Trattati sul governo”, confuta la dottrina dell’origine divina della monarchia e nel libro “Pensieri sull’educazione”, scritto nel 1693, tratta dell’educazione del giovane gentelman nella nuova società creata dalla rivoluzione. |
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