Karl Popper, dopo l'Anschluss hitleriano, era emigrato a Londra, dove gli avevano offerto la cattedra di Logica e lui pubblicò nel 1934 la "Logica della ricerca", che già dalle prime pagine conferma una delle idee di Kant, che dapprima annulla l'importanza dell'uomo come piccola parte dell'universo fisico, ma poi l'innalza al massimo come unico essere intelligente e responsabile, per cui, quando muore un uomo, sarà l'intero universo a soffrire per la sua mancanza, perchè gli esseri umani sono insostituibili. E' chiaro che quando Hemingway scrisse “non mandare mai a chiedere per chi suona la campana, essa suona anche per te" aveva da poco letto Popper e probabilmente anche Kant.
Gli studiosi, in particolare Popper, esaminando pazienti traumatizzati e diventati afasici, individuarono nella corteccia cerebrale le aree implicate nel linguaggio, l'area anteriore di Brocà e l'ampia area posteriore di Wernicke. Quando nel 1939 mi iscrissi a medicina, la prof. Preto-Parvis, anatomo-patologa della Facoltà di Medicina alla Città degli Studi di Milano, mi accettò come suo collaboratore in una ricerca sull'area di Brocà dei bambini. A quei tempi il mio mezzo di trasporto usuale era il tram, per cui, ogni mattina all'Istituto di Anatomia -Patologica di via Francesco Sforza aiutavo a fare l'autopsia ai neonati e a bambini molto piccoli, Poi con i miei cervelli in un vaso di formalina bene impacchettato, prendevo il tram e raggiungevo l'Istituto della Parvis, che mi metteva al microtomo a fare fettine dei poveri cervelli. Poi scoppiò la guerra e a noi universitari iscritti al GUF fu concesso l'alto onore di partire come volontari. Dopo un breve addestramento a Bergamo, nella caserma del 78° Reggimento fanteria Lupi di Toscana, avevo raggiunto il fronte greco-albanese. Altri, meno fortunati, erano affondati con il Conte Rosso, silurato da un sommergibile inglese nel Canale di Sicilia
L’ evoluzione darwiniana modificò nel corso di milioni di anni anche le 8500 specie di uccelli che vediamo svolazzare sulle nostre teste. E’ormai accertata la derivazione filogenetica degli uccelli da quei rettili che hanno adottato la locomozione bipede.
Per volare dovranno aspettare ancora qualche milione di anni. Ma dato che per le
glaciazioni girare nudi faceva ancora un po’ freschino, la filogenesi li fornì di una discreta pelliccia. Dopo qualche millennio la filogenesi decise che erano uccelli e
pertanto era ora che volassero. In preparazione a questa nuova vita, le ossa di questi uccelli primitivi diventarono cave, quindi leggerissime, si rinforzarono i muscoli pettorali e parte delle piume si trasformarono in penne, cioè le piume, che finora erano servite come isolante termico, ora servirono per formare una specie di telaio
per le ali. Questa è la “ esaptazione o interazionismo “ secondo Karl Popper, la teoria secondo la quale un organo creato per una funzione, dopo un certo tempo viene usato per un’altra funzione. La storia della evoluzione dava per scontato che tutti gli organismi avevano a loro disposizione un repertorio di comportamenti più o meno vasto, per cui l’evoluzione è opportunistica, essa sfrutta o respinge le possibilità che si presentano, che possono essere favorevoli o sfavorevoli a seconda delle circostanze ambientali. In questo processo non vi è nulla di inevitabile o di imposto,
Esso può tranquillamente invertirsi ogni volta che viene cambiato l’ambiente
( ecosistema). Come dice Popper, si era formato un cervello esaptato, situazione inaspettata e non prevedibile, che inizia a formarsi nella prima infanzia quando, il cervello crea vie preferenziali, che si consolidano in vie specifiche e dipendenti da stimoli legati allo sviluppo. Il numero maggiore di neuroni nel nostro cervello viene raggiunto nel sesto mese di vita intrauterina, quando troviamo 400.000 neuroni per centimetro cubico di massa cerebrale.
Sono concetti riportati dalle pubblicazioni di Karl R. Popper, il grande neurologo austriaco che partiva dal principio che uno dei primi prodotti della mente umana è il linguaggio e che la teoria dell’ evoluzione partiva dal fatto che tutti gli organismi, in
particolare quelli superiori, avevano a loro disposizione un repertorio di comportamenti più o meno vario, definendo il cervello che ne deriva “esaptato”.
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