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Computers Evoluzione del linguaggio e di altri mezzi di comunicazione
scritto inedito di: Milost Della Grazia
Gli animali comunicano con l'uomo o con altri animali
Prima di affrontare il problema dell' origine e dello sviluppo del linguaggio nell'uomo, vale la pena di affrontare il discorso sul linguaggio degli animali, ponendosi la domanda se quel complesso sistema di comunicazione che è il linguaggio umano è specifico dell 'uomo oppure altri organismi viventi lo usano. Esiste poi un grande numero di linguaggi artificiali costruiti dall’uomo ed usati da esperti di informatica, che non mi sembra utile ricordare. Un'altra categoria è quella dei metalinguaggi funzionali amplificati, come il " morse", per non parlare dei semafori o quello dei segnali stradali. I primi studi compiuti sulle scimmie diedero la sconsolante constatazione che non erano in grado di usare un linguaggio, in quanto non erano predisposte alla fonazione, non possedendo un adeguato apparato anatomico. I primi esperimenti moderni sono dovuti a Robert Merns Yekers ( 1876 -1956), un psicologo rimasto famoso per aver introdotto test psicologici per le reclute americane in occasione della prima guerra mondiale. Una ricerca più mirata è stata quella di individuare la presenza di strutture atte a sostenere un linguaggio in scimmie particolari dell' America del sud, le squirrel monkeys, nelle quali sono stati individuati nella corteccia uditiva del cervello alcuni neuroni che si attivano solo in presenza di suoni particolari. Le esperienze più interessanti in questo campo sono state fatte sul cercopiteco, primate molto diffuso in Africa, dal Senegal fino al Botwana, primate appartenente ad una superfamiglia imparentata agli hominoidei. Questi primati dispongono di tutta una serie di segnalazioni per l'avvistamento di vari predatori, principalmente per il leopardo, le aquile, ed i pitoni. I piccoli conoscono i tre segnali e solo dopo un lungo periodo sono in grado di metterli in pratica. Alcuni cercopitechi hanno un quarto segnale di avvistamento, quello per l'uomo. Qui stiamo parlando non di linguaggi degli animali, ma della loro capacità di comunicare con l'uomo o con altri animali. Le prime esperienze sono quelle di due studiose, Beatrice ed Allen Gardner, che presso l'Università del Nevada hanno allevato ed educato, come una bambina, una femmina di scimpanzé, che chiamarono Washoe. Questa imparò circa 100 segni ed arrivò a unirne un massimo di cinque per esprimere un suo pensiero o desiderio. Non era un grande risultato, ma qualcosa che assomigliava al linguaggio umano. Una ventina di studiosi di questi problemi si sono riuniti per iniziativa della etologa inglese Jane Goodall, considerata la madre spirituale del movimento " Animal Social Complexity and Intelligence ", ma derisa come una " pazza", finché allo zoo di San Diego, il più grande del mondo e unico ad avere dei gorilla, non accade un incidente che poteva diventare anche una tragedia. Una signora con un vivace bambino in braccio si avvicinò alla gabbia dei gorilla e il bambino scivolò dal braccio della madre, finendo nella gabbia dei gorilla, che si avvicinarono incuriositi per la strana visita. Una grossa gorilla femmina, detta la matriarca, prese in mano la situazione, si avvicinò al bambino, che ebbe il buon gusto di non piangere o gridare, allontanò i gorilla maschi e prese in braccio il bambino, per nulla spaventato, e cullandolo dolcemente, lo consegnò alla madre che era entrata nella gabbia insieme ai guardiani dello zoo. Mancavano i giornalisti, la TV e l'abbraccio della madre con la matriarca, ma la folla, che si era riunita intorno alla gabbia, applaudì lungamente la scena e da quel giorno i gorilla diventarono i beniamini di San Diego, la studiosa non fu più definita " la pazza " e il congresso degli amanti degli animali che si occupava del loro linguaggio ebbe un grande successo. Il mondo degli animali è una specie di Babele. Gli elefanti, con un sibilo non udibile dall' orecchio umano ( infrasuono ), avvisa il branco che dista una,decine di chilometri di un imminente pericolo. Il cane, con un fischietto che produce ultrasuoni, resta in contatto con il suo padrone.. L’uomo ha costretto anche le balene a modificare i segnali di pericolo, quando istruisce i suoi neonati con uno zelo mai riscontrato nell’uomo, il quale le massacra con le sue baleniere. Anche in questo campo si sono creati degli specialisti che si occupano soltanto dei delfini, che hanno sviluppato due linguaggi, uno usando dei suoni a frequenza 20 kHz , un altro gli ultrasuoni, detti anche sonar con frequenza tra i 20 e 200 kHz, usati nel corteggiamento e nei momenti di pericolo. .. A proposito di super specialisti mi è venuto in mente che ho una nipote in Croazia, Ivona, che si è laureata in veterinaria, specializzandosi poi nulla patologia di un pesce, l' orata. Non chiedetemi a cosa serve questa sua specialità, non lo so, ma vedo che va in giro per l’ Europa parlando delle malattie delle orate. La conclusione è che, dopo i suoi discorsi, mi rifiuto di mangiare un’ orata, data la patologia che può colpire queste povere bestiole. Alcuni animali, pur non possedendo un linguaggio strutturato come l'uomo, comunicano tra di loro, ben nota è la cosiddetta danza ad otto delle api bottinatrici, che comunicano la loro posizione e la quantità di cibo che hanno raccolta e ricevono disposizione dove portarlo. L'animale che riesce a parlare meglio con l'uomo è un uccello, il pappagallo, che può conoscere anche 80 parole usate in modo appropriato. Per esempio, facendogli vedere un bottone di legno e chiedendogli, Alex, cosa è questo, risponde: un bottone di legno. Ma il fatto importante è che richiede anche cose non in vista abitualmente. Alex vuoi una nocciola e gli porgi una noce, ma lui ti avverte: quella non è una nocciola, ma una noce. Sempre a proposito di comunicazione, ricordo gli studi di E. Sokolov su due invertebrati, un celenterato, chiamato anche anemone di mare, ed un mollusco chiamato lepre di mare. Entrambi hanno un sistema nervoso primitivo, formato da una rete di gangli nervosi, con una memoria a lungo termine simile a quella dei mammiferi, grazie alla quale, se viene toccato, contrae i suoi i suoi tentacoli. Se toccato ripetutamente, per stanchezza, la ritrazione man mano si riduce. Facendo qualche passo indietro nell’albero filogenetico, affrontiamo il problema dell’organismo unicellulare, ricordando, a questo proposito l’imponente volume di Thomas. Sebeok, ora tradotto anche in italiano ( La comunicazione animale 1973 Bompiani ). E’ uno studio sulle “ acrasiee “, organismi vegetali formati da una massa protoplasmatica, dentro la quale si può osservare un nucleo e il materiale che viene inglobato dall’organismo nel suo lento strisciare sul substrato. Sono infatti saprofiti delle foglie macerate dei boschi umidi. Le bestioline liberano un liquame che le fa fluttuare verso un determinato punto e in questo movimento lo studioso vede una specie di comunicazione. Qualcosa di simile avviene con tutti i batteri, che hanno un linguaggio ( ? ) simile alle acrasiee. Una delle teorie più recenti, quella del “mondo del RNA, “ ipotizza che il passaggio del brodo primordiale da una fase preorganica ad una organica con replicazione di molecole di RNA, possa essere avvenuto grazie ad una molecola di acido nucleico che avrebbe agito come “ enzima “. Ho riportato queste notizie,, il mondo del RNA, le acrasiee,, tutti problemi che ci lasciano indifferenti o perplessi, mentre entusiasmano gli addetti ai lavori, affinché il lettore abbia una idea a quale livello oggi la ricerca scientifica stia lavorando. E’ qualcosa di utile, che aiuterà l’umanità a vivere meglio ? E’ soltanto una perdita di tempo e di soldi ?
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