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Computers Evoluzione del linguaggio e di altri mezzi di comunicazione
scritto inedito di: Milost Della Grazia
Discorsi sulle varie lingue
Quando il nostro buon Dio disperse le lingue della Torre di Babele su tutto il pianeta alcuni popoli furono fortunati, essendo nati e vivendo in un paese con clima dolce, come quello della Sicilia o della Crimea, Altri invece, specie quelli che quelli che vivevano oltre il 60° parallelo, erano così distanti dall’equatore, da ricevere un po’ di calore e di luce da un sole pallido soltanto per sei mesi all’anno, per poi piombare in una lunga, fredda ed interminabile notte polare. Avevo iniziato a lavorare nel campo della dialisi e del trapianto di rene e dovevo andare a Boston da Merrill per chiarirmi un po’ le idee. Eravamo nel 1962 e, per risparmiare, scelsi la linea aerea Islandese che partiva dall’aeroporto del Lussemburgo per Boston. L’aereo era una fortezza volante, sicuramente un relitto di quelli che durante la guerra ogni notte sganciavano tonnellate di bombe sulle città tedesche. Stavamo sorvolando da un’ora l’Atlantico, quando uno dei quattro motori cominciò a fumare e si spense. Mentre eravamo sulla Groenlandia, si incendiò il secondo motore e il pilota, scegliendo la manovra migliore, annunciò a noi passeggeri: atterraggio d’emergenza. all’aeroporto di Reykiavik in Islanda. Appena sbarcati un’ hostess ci comunicò che non avevano aerei di scorta e per la riparazione dei motori erano previsti cinque giorni. Eravamo ospiti di un discreto albergo della capitale dell’ Islanda e le due hostess erano a nostra disposizione per visitare l’isola. L’Islanda è il paese più strano e bello che abbia mai visto. Grande come metà Sicilia, con numerosi ghiacciai vicini ai 2000 metri s.l.m e con vulcani da tutte le parti, sfruttati per riscaldare gratis i 270.000 mila abitanti dell’ isola che, a parte la capitale, ha una densità di 2 / kmq, che vuol dire, se ti senti solo e ti annoi, per trovare un tuo simile devi camminare per un chilometro.. Gli abitanti sono i discendenti degli antichi vichinghi, emigrati nel 870 d.C. Questi cinque giorni mi sono serviti per afferrare il " genius loci " di Reykiavik e della sua gente. Piccoli regni rivali, che si fecero subito notare per la loro ferocia, tanto che in Scozia, dopo l’ ennesimo saccheggio, si recitava una preghiera del tutto particolare: A furore normanorum libera nos , Domine. Questo popolo aveva anche degli ottimi navigatori che nel 980 approdarono in Groenlandia e con Erik il Rosso sbarcarono nel nord America. Erano gli antenati degli antichi Norvegesi, i Northmen - Uomini del North, che nell'Alto Medioevo, intorno al Mille, dopo un lungo periodo di piraterie e scorrerie, occuparono parte della Britannia e saccheggiarono anche Londra. Poi sbarcarono nel nord della Francia in Normandia, diventando quei Normanni che finirono per dominavano l'Italia meridionale e la Sicilia, dove, potenza del clima dolce e mite, governarono in modo così saggio che il loro re, Ruggero, da allora riposa nella Cattedrale di Palermo, accanto a Federico II di Svevia, ai quali i turisti tedeschi portano ancora oggi sulle loro tombe mazzi di fiori. Parlare della loro religione è difficile, in quanto credono in Cristo, senza dimenticare Odino, Thor e le loro leggende. Mi sono sempre chiesto dove mio nonno aveva trovato il nome Edwin, con il quale, a due anni, mi fece battezzare a Pirano nella chiesa dell'Angelo. Leggendo la storia dei Vichinghi ho trovato Edwin della Nothumbria, un re vichingo implicato nella leggenda del Dio-Corvo e qui si è fermata la mia ricerca. Tutti questi popoli nordici, che vivono in un clima gelido, hanno una vita molto diversa della nostra, più raccolta, il fattore famiglia ha un diverso valore rispetto al nostro, dove la sera, ognuno se ne va per i fatti suoi. Qui in Carelia, patria della mia amica Lena, ho passato un paio di serate ad ascoltare il loro Omero baltico, che nel poema epico Kelevata, 33 canti e 12.000 versi, racconta la storia e tutte le leggende della loro terra.
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