Lingua greco bizantina: Durante dodici secoli di storia bizantina la lingua scritta ufficiale e quella parlata si andarono sempre più differenziando. Il greco bizantino è praticamente uno stadio di passaggio dal greco antico al greco moderno, con notevoli variazioni fonetiche.
Nel IX secolo l’imperatore Giustiniano elaborò una forma che sostanzialmente è quella attuale.
Sumeri Cinquemila anni fa nella Bassa Mesopotamia si formò un nuovo sistema politico che aveva per centro la città e la monarchia sacerdotale. Si verificò un grande sviluppo agricolo ed una esplosione demografica. Nacque la necessità di una contabilità per controllare le esazioni, gli scambi, i catasti delle persone sui vasti territori. Scoprirono la possibilità di fissare messaggi, dapprima solo numerici, con tante piccole tacche sull’argilla dapprima riscaldata e trasformata in tavolette, poi indurite sul fuoco. Poi incominciarono a incidere figure, pecore, capre, Questo simbolismo grafico fu molto utile nello scambio di merci, poi iniziarono a raccontare episodi storici, il diluvio universale.. Questa era la patria di Abramo.
Questa scrittura , definita cuneiforme, passò dai Sumeri agli Accadi che la diffusero in tutto il Medio Oriente, passando lentamente dalla scrittura al linguaggio.
Nel primo millennio a.C, gli scribi egiziani elaborarono un loro corsivo, più rapido e gestuale del cuneiforme, L’alfabeto, cioè la serie di segni che corrispondono ad un suono, nacque con 22 segni verso il 1100 a.C. sulla costa della Fenicia e da qui nacquero il moabita, l’aramarico, l’ ebraico e più tardi anche il greco.
Se i Fenici hanno contribuito a creare l’alfabeto è ancora da dimostrare, tanto che
Italo Calvino sospetta che i Fenici non siano mai esistiti e siano solo una leggenda. . Secondo altri furono un popolo di navigatori e pirati, i primi a superare le Colonne di Ercole. Cartagine umiliò Roma, che si vendicò e la cancellò dalla storia, lasciando vivo solo il ricordo dei due protagonisti, Annibale, l’eroe delle battaglie e Didone con il suo amore perduto, che ispirò Virgilio per l’Eneide.
Dicono che nella notte a Mozia girino ancora i loro fantasmi.
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