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Computers Evoluzione del linguaggio e di altri mezzi di comunicazione
scritto inedito di: Milost Della Grazia
I linguaggi asiatici
In questo capitolo parlo del linguaggio in India, in Cina  ed in Giappone.
India
Nel subcontinente indiano si possono contare circa un migliaio di lingue e di dialetti, che hanno sostituito ovunque la  lingua inglese  imposta dalla corona britannica.
Le varie lingue e dialetti attualmente oggi in uso si possono raccogliere in 4 gruppi:
- occidentale, parlato nella valle dell’Indo e una vasta regione a SE di esso che si estende fino al Bengala: punjabi, sindhi, mahratto e gujarati ( lingue dravidiche )
- nord-occidentale, il kafiri, il kashmiri, più vari dialetti parlati dagli zingari
- centrale: il pahari, il nepali ed il più importante, l’hindi,  lingua ufficiale dell’India dal 1949
- orientale, che comprende il bengalese, l’assamese e il singalese, parlato a Ceylon..
Cina
Quando fu fondata la dinastia T’ang, nel territorio dell’Impero c’erano almeno duecento organizzazioni ribelli che disponevano di eserciti forti e numerosi. Dopo averli eliminati,  la riunificazione dell’Impero fu una impresa ardua e complessa  che impegnò tutte le energie dell’imperatore, il quale, pur essendo  salito sul trono con un colpo di stato, passò alla storia come uno dei migliori sovrani che abbia mai avuto la Cina.  Tra l’altro portò  il paese  ad una completa unificazione, estendendo a tutto l’Impero la lingua dei letterati di Pechino. Caratteristica del cinese: ogni parola è formata da una sola sillaba, preceduta o seguita da una consonante, determinata di volta in volta  dalla sua posizione  nella frase e dal tono della voce. A  Pechino esistono quattro toni: piano, ascendente, circonflesso, discendente.
La lingua  cinese si scrive ancora non con caratteri  alfabetici, ma con ideogrammi o pittogrammi  che sono circa 50.000 , ma quelli in uso  non più di 5.000. Questa scrittura  con  ideogrammi rappresenta  un mezzo di unificazione  culturale più valido  della scrittura  alfabetica. Da questa si formarono vari dialetti, il più importante dei quali è  il  kuan-hua, la lingua dei mandarini, cioè dei funzionari  dell’amministrazione imperiale. Si deve  distinguere  una lingua scritta o classica (wen—yen, molto concisa  dei testi sacri ) ed una lingua parlata o volgare  (pai-hua ).
Giappone
Il giapponese è una lingua isolata, cioè non simile ad alcuna altra lingua e agglutinante, cioè  piena di parole che esprimono una funzione  e mediante l’aggiunta di un “affisso”,  il contrario.  Per esempio: capace  e incapace, dove il suffisso è  “in”. Ha numerosi dialetti, qualcuno molto diverso dalla lingua originale.
Le caratteristiche sono: abbondanza di suoni vocali rispetto alle consonanti, terminazione di tutte le parole in vocale o in  “n”, assenza dell’articolo,
no = genitivo,  ni = dativo,  wo = accusativo,  kara = ablativo.
Il sistema di scrittura fino al  V° sec. d.C. è ricavato dagli ideogrammi cinesi, dopo il VII° sec. d.C. secondo  la pronuncia giapponese, con scrittura dall'alto in basso in colonne verticali.  Ultimamente è stata fatta una notevole semplificazione  e riduzione degli  ideogrammi. ed è stato adottato per la traslitterazione  in alfabeto latino il sistema in uso internazionale, cioè vocali pronunciate all’italiana,  consonanti all’inglese.
Indonesia
Comprende  un gruppo di lingue affini,  parlate nelle singole isole Sumatra, Giava, Celebes, Borneo, Filippine, Taiwan e Madagascar. L’indonesiano è molto simile al Malese ed ultimamente sono state avanzate proposte  per adottare una grafia unificata.
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