L'arrivo
dei Romani in Alta Italia determinò anche la costruzione di strade
per tali comunicazioni, quindi per maggiori garanzie di contatto più
funzionale, più organico e più difendibile militarmente.
E la più importante arteria di comunicazione tra Roma e il settentrione
fu la Via Flaminia. Infatti, nell'anno 187 avanti Cristo, dopo le
vittorie sui Galli, ed appena conclusa la Seconda guerra punica, il console
Marco Emilio Lepido ordinò la costruzione del prolungamento della
Via Flaminia, da Rimini a Piacenza, e dal suo nome proprio di famiglia
si chiamò Via Emilia. Nell’ambito dell’organizzazione romana fu
anche prolungata la Via Flaminia, che allora partiva dalla città
di Roma, attraversava l'Etruria, l'Umbria ed il Piceno, arrivava sino a
Fano e proseguiva per Pesaro e Rimini. Il prolungamento fu disposto
mediante la via consolare Emilia, voluta dal console Marco Emilio
Lepido da Rimini a Piacenza e mediante la Via Popilia voluta dal console
romano Marco Popilio lungo la costa da Senigallia a Ravenna. Particolarmente
ci interessa da vicino la Via Emilia, tracciata dapprima nell’anno 187
a.C. da Rimini a Piacenza ( Auriminum - Placentia ), poi, nel corso dello
stesso secondo secolo, essa fu prolungata fino a Mediolanum ( Milano )
; il suo tracciato passava precisamente sul nostro territorio melegnanese,
e tale rimase fino al nostro tempo recente, perché la circonvallazione
dalla Cascina Pallavicina, ( oggi villaggio Jolly ) fino all’incrocio prima
della Rampina, fu inaugurata il 1° luglio 1929, come una delle opere
del regime fascista. Quindi per circa 21 secoli attraverso Melegnano
passava tutto il traffico da Piacenza a Milano e da Milano al sud.
Si pone il problema politico: i Romani avvertirono la necessità
di un maggior interesse per gli abitanti della nostra zona, per meglio
legarli alla “romanizzazione “ e prepararli ad essere investiti, più
tardi, della piena “ cittadinanza romana “. |