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La Mediolanum - Laus Pompeia nei secoli |
L'antico tracciato fra Mediolanum Laus Pompeia e Placentia e' menzionato dall'Itinerario di Antonino, dall'Itinerario Burdigalense , dalla Tavola Peutingeriana, che fissano le distanze fra le prime due citta' in 16 miglia. L'Itinerario Burdigalese ricorda la mutatio Ad Nonum, probabilmente in prossimita' del passaggio del fiume Lambro , dove oggi sorge Melegnano. Sulla base degli indizi suggeriti dall'esistenza dalle cascine di Sesto Gallo e Occhio' (da Ottavo), di derivazione miliare, l'antico tracciato doveva correre leggermente piu'verso occidente rispetto all'attuale SS.9 Emilia partendo dall'attuale localita' S.Martino. La strada proseguiva tagliando in Melegnano e proseguendo sul lato destro del fiume sino a Sordio; di qui procedeva in rettilineo sino all'attuale Lodivecchio, e quindi in modo discontinuo fino a Mirabello in vista del fiume Po. Collegava attraverso Piacenza Milano con l'Emilia , con Roma e con il centro-meridionale in genere. I romani con la definizione sistematica della rete viaria operarono delle varianti agli originari percorsi privilegiando alcune strade : a Lodivecchio ,in prossimita' della Chiesa di San Bassiano, l'antico percorso che era unico fra Mediolanum e Laus qui si biforcava per Cremona, Ostiglia e le regioni orientali, e serviva inoltre per i collegamenti con l'Adda (in particolare con Pizzighettone), mentre il tracciato principale proseguiva per Placentia , e sul piano locale collegava i centri di Laus Cremona e Placentia e le vicine aree agricole centuriate e fittamente popolate. Dalla Tavola Peutingeriana si evince che Mediolanum era collegata verso sud con Cremona e Piacenza solo attraverso Lodi, quindi la piu' importante via per le relazioni di Milano con il settore meridionale. Numerosi documenti medievali ne assicurano la funzionalita' e la vitalita' attraverso i secoli: dopo la distruzione di Lodi a opera dei milanesi, l'Imperatore Federico Barbarossa nel diploma del 3 dicembre 1158 concedeva ai lodigiani di ricostruire la citta' nuova sulla riva destra dell'Adda , sul colle Eghezzone ; mentre disponeva l'abbandono dell'antica via passante per la vetus civitas (ora Lodivecchio), con la nuova che doveva passare per la nuova citta'. Furono poi una serie di diplomi di successivi imperatori : Enrico VI, Ottone IV , Federico II , a decretare l'obbligo ai passanti di servirsi esclusivamente della nuova strada , anche se pare che i milanesi continuarono a usare la vecchia via ancora per qualche tempo.Negli Statuta Vetera Laudae del 1210, nel capitolo intitolato De Strata Veteri mortificata si legge: Tale statutum ut ordinamentum fecit commune Laude ut strata romea vetus que ibat Laude veteri ad Luviragam usque per medium Surdi sit destructa et mortificata. Questo indica che la consuetudine antica possedeva una forza straordinaria , vi sono contenute sia minacce a quanti fra i locali indicavano ai viaggiatori la via solita o pensavano di tenervi taverna e albergo, sia obblighi di distruzione nei pressi di Sordio e di Livraga dei vecchi tracciati, trasformandole in terre coltivate , costringendo cosi' i viaggiatori a piegare sulla nuova arteria che portava alla nuova Lodi. L'opera di dissuasione fu estremamente tenace e se ne puo' comprendere anche il motivo , se teniamo presente l'importanza condizionante delle vie fluviali. L'antico tracciato di epoca romana grossolanamente correva parallelo al corso del fiume Lambro e appunto in questo fiume che Milano vide la possibilita' di risolvere il problema della navigazione fluviale , in eta' medievale il portus mediolanensis era sul Po , in prossimita' appunto della confluenza del Lambro nel grande fiume , quasi da terminale delle vie d'acqua e terrestri provenienti dal milanese e strettamente connesse fra loro. Infine dal Registrum Magnum della citta' di Piacenza (1147) si deduce che Melegnano , passaggio obbligato della antica strada romana, era un primo luogo di imbarco per le merci e persone che venivano trasportate sul fiume appunto al portus mediolanensis. L'interesse primario di Milano per il Lambro torna in clausole di riserva che il Comune ottenne di introdurre sia nelle condizioni preliminari di pace tra l'imperatore Federico Barbarossa e la Lega lombarda , sia nella pace di Costanza , nell'anno 1183, sia , nella pace con Lodi, nell'anno 1198, quando Milano dovette considerare proprio il nuovo porto lodigiano sull'Adda |
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