Essa
partiva da Ariminum (Rimini), e con un percorso attraverso Caesena (Cesena),
Forum Livii (Forlì), Castrum Cornelii (Imola), Bononia (Bologna),
Mutipa (Modena), Regium Lepidi (Reggio), Parma lulia Augusta (Parma), Fidentia
(Fidenza), raggiungeva Placentia (Piacenza). Nel corso dello stesso secolo
avanti Cristo fu tracciato il suo prolungamento fino a Milano, chiamandosi
semplicemente Via Romana e più tardi con lo stesso nome della prima
Via Emilia. Circa due secoli più tardi, ai tempi dell'imperatore
Augusto, furono istituite sulle grandi vie dell'impero le stazioni per
il cambio dei cavalli, dette mutationes (posti per operazione di cambio);
e le stazioni per poter rimanere qualche giorno, dette mansiones (posti
di permanenza). In tal modo il territorio assumeva una più organica
struttura organizzativa che si sarebbe tramandata fino ai nostri giorni.
Nell'anno 333 dopo Cristo, ai tempi dell'imperatore Costantino, un pellegrino
diretto ai luoghi santi, abitante a Burdigala, l'odierna Bordeaux in Francia,
descrisse nel ritorno le indicazioni dei luoghi da lui attraversati; ed
il suo scritto si chiamò Itinerarium Burdigalense o anche Itinerarium
Hierosolimitanum (Itinerario di Bordeaux o anche Itinerario di Gerusalemme).
Questo itinerario porta l'indicazione anche del tratto della strada che
va da Piacenza a Milano e dice precisamente così (e vi diamo la
traduzione in lingua italiana): Piacenza - undici miglia - mutazione alle
Ruote - cinque miglia - otto miglia mutazione alle Tre taverne - cittè
di Laus (Lodi) - sette miglia - mutazione al nono miglio - otto miglia
- Milano. Ed anche su altri itinerari romani è segnata la
strada che da Piacenza porta a Milano. Per noi inreressa che tra Lodivecchio
e Milano vi è la mutazione al nono miglio, cioè il nostro
pellegrino, uscendo da Lodivecchio ha percorso sette miglia (cioè
10 chilometri) e proseguendo sulla Via Romana è arrivato ad un luogo
denominato dalla distanza da Milano: mutazione al nono miglio da Milano,
cioè a circa 14 chilometri a sud di Milano. L'unica località
che risponde a questi dati era solamente nella nostra zona dove oggi sorge
Melegnano. Tanto più che nel Medioevo, quando si parla della strada
romana, si trovano le indicazioni di Sordio e di San Giuliano in Strada.
Cioè la stazione del cambio dei cavalli che si trovava al nono miglio
da Milano, era sul tracciato romano tra Lodivecchio, Sordio e San Giuliano;
e questa località della stazione del cambio dei cavalli al nono
miglio da Milano, così bene incastrata al suo posto da nomi ben
precisi, era soltanto Melegnano. Alla luce di queste considerazioni obiettive
e realistiche balza evidente che la prima notizia che noi abbiamo sulla
organizzazione umana e sociale del nostro paese è una notizia del
periodo romano, una notizia che riguarda la tecnica e l'organizzazione
stradale, una notizia innestata nella grande vita politica e militare di
Roma. C'era dunque la stazione per il cambio dei cavalli al nono miglio
da Milano; tuttavia è arduo stabilire dove in concreto sorgessero
gli edifici della stazione del cambio dei cavalli. Alcuni sosterrebbero
che fossero alla Rampina, altri invece presso il ponte del Lambro sul terreno
dell'attuale famiglia Bigioggero, in via Frisi, che risulterebbe, anche
per altre considerazioni archeologiche ed urbanistiche, la zona più
antica di Melegnano. La stazione del cambio dei cavalli creava un certo
tipo di economia. Vi erano gli stazionari per attaccare i cavalli;
i manovali per la pulizia delle stalle; i veterinari per le bestie ammalate;
i carpentieri per le riparazioni ai carri ed ai finimenti. E tutto
questo personale anche se di poche unità era reclutato sul luogo.
E' dunque la prima pagina di economia melegnanese. |