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Il traffico in epoca romana
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Con l’arrivo dei Romani nella nostra zona tra il Ticino e l’Adda si svilupparono le culture dei cereali, dei foraggi per le bestie delle stalle, dei legumi, delle verdure. Gli acquitrini furono gradualmente eliminati e si bonificarono larghe zone prima coperte di vegetazione selvatica di palude.  Fu l’arrivo dei romani che determinò definitivamente la forma del nostro territorio. Furono i Romani a rappresentare l’elemento più dinamico e più attivo: il nome dei luoghi è romano, le iscrizioni trovate sono romane, gli itinerari scritti sono quelli romani, le maggiori strade sono state costruite dai romani.  I codici civile e penale sono romani. Il modo di vestire e di condurre la vita quotidiana nella famiglia sono stati romanizzati. Scomparvero i piccoli villaggi attorno a Milano per lasciare  il posto alle cascine agricole.  Ma a noi melegnanesi interessa soprattutto la notizia che proprio qui, nella nostra terra, vi era la stazione romana del cambio dei cavalli al nono miglio da Milano sulla strada romana da Piacenza a Milano dove si svolgeva il traffico secondo le necessità private e pubbliche, piccole o grandi; e la nostra stazione del cambio era cointeressata ed attiva in proporzione al movimento stradale.  I veicoli più usati dai Romani erano il cocchio, il carro, il plaustro, la lettiga, il calesse, la biga, la quadriga ed altri tipi più comuni molto somiglianti ai nostri carri a due e a quattro ruote.  La mancanza di mezzi rapidi non impediva agli uomini del periodo romano di girare il mondo: si viaggiava sulle nostre strade settentrionali soprattutto per ragioni militari e per commercio; per raggiungere la sede dei propri studi e per recarsi negli uffici di provincia; per visitare i monumenti più famosi e per esigenze familiari; talora anche semplicemente per vincere la noia. E chi non aveva ospiti presso i quali passare la notte, doveva rassegnarsi a prendere posto in uno dei tanti cambi che sorgevano lungo la via. Dall'imperatore Augusto in poi la cura delle strade ed il servizio postale fu molto organizzato, ed ogni imperatore aggiungeva i suoi ordinamenti migliorativi.  Anche per Milano e dintorni vi era la carica pubblica del magistrato addetto alle strade, chiamato il prefetto dei trasporti, per la sorveglianza, il mantenimento ed il funzionamento delle strade e dei ponti. Dal momento che la strada romana congiungeva le provincie settentrionali, è storicamente accertato che vi passarono le legioni di Tiberio e di Germanico; le truppe di Caligola e di Claudio; i valenti generali di Nerone; le armi vittoriose di Vespasiano e di Domiziano; i finanzieri e gli agronomi degli Antonini; gli amministratori e gli ispettori di Adriano, di Marco Aurelio e di Commodo: sono eventi grandiosi della storia romana, mentre si compiva una magnifica unità politica; e le strade imperiali assicuravano il contatto continuo con la capitale di un impero vasto circa 4 milioni di chilometri quadrati, popolato da circa 80 milioni di abitanti, la cui sicurezza era affidata a 40 legioni stabilite quasi totalmente ai confini. E nello stesso secolo quarto dopo Cristo, il secolo dell'Itinerario Burdigalense, secondo una tradizione melegnanese, sarebbe arrivato San Giulio prete, per erigervi la prima cappella dedicata a San Giovanni. Comunque, vera o no la tradizione, era questo il periodo di diffusione decisiva del cristianesimo a Milano e a Lodi, con l'opera di sant'Ambrogio morto nel 397 e di San Bassiano, vescovo di Lodi, che assistette agli ultimi istanti della vita di Ambrogio.  Era il periodo in cui l'imperatore Teodosio, signore dell'Oriente e dell'Occidente, entrato in Roma nel 394, con forti parole ammonì il senato che doveva rinunciare per sempre ai riti del paganesimo.  Forse un luogo romano era anche' Vizzolo, perche' diversi indizi aprono tale ipotesi.  Alcuni anni fa, nel 1957, durante i lavori per la costruzione di villette, furono rinvenute parecchie monete romane dell'epoca degli imperatori Valeriano e di suo figlio GaIlieno, che sono della metà del terzo secolo dopo Cristo.  In realtà Valeriano e Gallieno furono anche a Milano; anzi, Gallieno spirava nei dintorni di Milano trafitto dal pugnale di uno dei congiurati contro di lui. Nella chiesa di Calvenzano si conservava una scultura murata con la scritta SOLI D... che alludeva al culto del sole introdotto dall'imperatore Aureliano, quel medesimo Aureliano che dovette lottare tra Piacenza e Milano contro le prime infiltrazioni di barbari. Lo stesso nome di Vizzolo, documentato come Vicociolus, richiama direttamente il nome romano vicus, che significa villaggio, strada, ed anche villa o podere.
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