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| L'Itinerario Burdigalense |
Scrive
Jacques le Goff, ( Gli intellettuali nel medioevo -pp. 26-29 - Milano 1979
), ……: "con il mille e gli anni immediatamente precedenti la situazione
passata di una certa stabilità residenziale mutò profondamente
e lo spirito nomade inizio a contagiare, come una malattia, strati sempre
più ampi della società, a partire dai nobili per finire con
il popolo". La manifestazione più eclatante di questo spirito
era il pellegrinaggio , nato come forma penitenziale e trasformatosi nel
corso del tempo in un genere psicologicamente molto complesso fatto di
devozione e di desiderio di libertà. Il pellegrinaggio non
era nuovo. Fin dal IV secolo, quando i territori dell’impero godettero
di un periodo di tranquillità, alcuni pellegrini si recarono a Gerusalemme
per venerare il Santo Sepolcro. A questa epoca risale il celebre Itinerarium
a Burdigala Jerusalem usque et ab Heraclea per Aulonam et per urbem
Romam Mediolanum usque, antenato di tutte le guide di pellegrinaggio,
che data al 333 d.C. ( si trova in Corpus Christianorum. Series latina,
CLXXV, Itineraria et alia geographica, - Turholti 1965, pp.1 -26 )
Di autore ignoto, ma probabilmente originario di Bordeaux, la guida segnava
con precisione ossessiva tutte le tappe e tutte le distanze che andavano
dalla grande capitale sulla Garonna fino a Gerusalemme in Palestina.
Era l’anno 333 e questo lungo viaggio straordinario, che ancora oggi può
destare qualche apprensione, era stato condotto senza esplicite difficoltà,
tanto da essere mostrato ad esempio attraverso la guida per altri futuri
“ palmieri “ come nel Medioevo si chiamavano i pellegrini di Palestina,
dal nome delle palme che essi andavano a cogliere a Gerico. Bisogna
però qui ricordare che le strade medievali erano la ripresa urbanistica
delle vie imperiali romane antiche. Ad esempio, sappiamo che già
l’imperatore Augusto ( 14 d.C.) ha dato importanza alle strade pubbliche.
Lo storico Gaio Svetonio Tranquillo, sulla vita di Augusto così
scrive: “ Augusto, per poter essere più rapidamente e più
facilmente informato e avvertito di ciò che avveniva in ciascuna
provincia, dispose lungo le vie militari, in punti poco distanti l’uno
dall’altro, dapprima alcuni gruppi di giovani, in seguito alcuni veicoli.
Quest’ultimo metodo apparve più pratico, poiché se sono sempre
le stesse persone che per tutto il tragitto portano le lettere da una località
all’altra, esse possono essere anche interrogate a voce in caso di necessità
“. Ritornando al nostro Itinerarium sopra citato, ecco che cosa sta
scritto per il tratto Piacenza Milano:
anche un luogo di raduno, di conversazione e soprattutto un luogo dove arrivavano fresche le notizie di ogni genere dalle città e dai paesi addossati sulla antica Via Emilia. |
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